La città di Yokohama si candida ad ospitare un casinò alla luce della nuova normativa che ha parzialmente liberalizzato il gioco d’azzardo nel Paese. La sindaca Fumiko Hayashi ha dato l’annuncio lo scorso giovedì ed entro il mese di settembre la proposta dovrebbe essere approvata dal consiglio comunale. A motivare la decisione le condizioni non rosee delle casse comunali.
La città di Yokohama quasi sicuramente presenterà come area candidata il molo di Yamashita, un sito esteso per 47 ettari e prossimo al parco omonimo.
Prossimo all’apertura nella città un ufficio della Melco Resorts and Entertainment, società con base ad Hong Kong. Secondo quanto affermato da Lawrence Ho, amministratore delegato della società, a Yokohama sorgerà “il più grande resort del mondo”.
“Se i resort integrati (cioè strutture alberghiere con annessi i tavoli da gioco ndr) sono così meravigliosi come dice allora andrebbe sondata la volontà della gente mediante le elezioni” ha affermato Tomoko Abe del Partito Costituzionale Democratico per la quale invece la sindaca “sta agendo di nascosto consapevole di avere preso la decisione sbagliata”.
Una petizione contraria all’apertura dei casinò è stata predisposta da alcuni cittadini i quali si sono scontrati con i vigili urbani nel tentativo di consegnare direttamente alla sindaca le firme.
Tra le realtà che intendono investire nel settore anche Osaka e le Prefetture di Wakayama e Nagasaki.
Anche la Prefettura Metropolitana di Tokyo potrebbe invitare aziende del settore ad aprire casinò nel proprio territorio ed allo scopo ha commissionato uno studio (costato 7,77 milioni di yen) secondo il quale i casinò potrebbero portare 30 milioni di turisti ed un giro economico pari a 900 miliardi di yen.
Nella Pubblica
Amministrazione il numero di donne che ha passato l’esame per
l’assunzione è salito quest’anno del 3,4% raggiungendo il 37,3% del
totale. Nel complesso i posti oggetto di concorso sono stati 7.605 e
di questi 4.304 inizieranno a lavorare il prossimo aprile mentre i
restanti hanno rifiutato il posto optando per altro.
In calo il
numero delle domande: dalle 33.582 dello scorso anno si è passati a
29.893.
In politica interna
lo scorso 20 agosto il Presidente del Partito Costituzionale
Democratico, Yukio Edano, e quello del Partito Democratico per
il Popolo, Yuichiro Tamaki, hanno comunicato che fonderanno i
propri gruppi parlamentari in entrambe le Camere.
“Abbiamo
fatto un grande passo per diventare un’alternativa al PLD” ha
affermato Tamaki al termine dell’incontro.
Per quanto riguarda lo scandalo Moritomo Gakuen (concernente la svendita di un terreno demaniale ad un’associazione prossima alla famiglia di Abe) alcuni dei funzionari coinvolti sono prossimi al trasferimento in un evidente tentativo di insabbiare ancora meglio di quanto già fatto la vicenda. Minoru Nakamura, funzionario del Ministero delle Finanze sarà inviato in Gran Bretagna mentre Saeko Tani, già assistente della moglie del premier, è stato già trasferito presso l’ambasciata nipponica di Roma.
In ambito militare
il generale dei Marines David Berger ha affermato lo scorso 21 agosto
che il trasferimento del personale dalla base di Ginowan al
territorio statunitense di Guam “procede bene”.
Il comandante ha anche chiarito che il trasferimento di parte delle
truppe verso Guam è “cosa diversa ma correlata”
con i progressi nella costruzione della nuova base militare di
Henoko.
Un accordo del 2012 prevede che 9.000 dei 19.000 marines
stanziati ad Okinawa dovranno essere ricollocati fuori dal
Giappone.
Secondo indiscrezioni apparse sulla stampa, intanto,
il Sol Levante potrebbe già dal prossimo decidere di stanziare fondi
per lo sviluppo (probabilmente con la Lockheed Martin) di un proprio
caccia in previsione del prossimo pensionamento (che avverrà nel
2030) degli F-2 attualmente in dotazione all’aviazione militare.
Nell’ultimo piano a medio termine della Difesa è scritto che il
successore del caccia F-2 sarà individuato “inizialmente
mediante un progetto a guida giapponese ma con la possibilità di
cooperazioni internazionali”.
Ulteriori richieste
economiche per il prossimo anno fiscale potrebbero essere avanzate
dal dicastero guidato da Iwaya per la nuova unità per il
monitoraggio dello spazio che potrebbe essere quindi lanciata nel
2020 ed avere un personale di circa 70 unità.
Sul fronte lavoro il
dicastero competente ha ordinato a 1.768 aziende di pagare
complessivamente 12,6 miliardi di yen per straordinari fatti
effettuare a propri dipendenti nel 2018 ma mai corrisposti in
busta paga. Lo scorso anno erano state 1.870 le aziende scoperte a
praticare questo comportamento. Dopo numerose interrogazioni
parlamentari del Partito Comunista (circa 300 dal 1976) nel 2001 il
Ministero del Lavoro ha deciso di effettuare ogni anno ispezioni per
accertare che tutti i lavoratori ricevano salari corrispondenti alle
ore lavorate.
Frattanto un’indagine condotta dalla Care Work
Foundation ha mostrato come nel 2018 il 67% delle strutture che
forniscono assistenza medica ed infermieristica hanno avuto un numero
di operatori insufficiente. La stessa ricerca ha rilevato come il
salario medio degli operatori sia cresciuto di 2.614 yen al mese (per
un totale di 217.465 yen) rimanendo comunque 90.000 yen sotto il
salario medio.
In politica estera, nonostante il permanere delle dispute territoriali, sono giunti a Kushiro (Prefettura di Hokkaido) una serie di esperti russi in previsione di uno dei progetti bilaterali messi in piedi dalla Federazione e dal Sol Levante nelle Curili meridionali. Nello specifico i tecnici russi ispezioneranno un sito per il trattamento dei rifiuti ed un inceneritore nell’isola di Kunašir.
Per quanto concerne
la Corea del Sud il Ministero degli Esteri di quel Paese ha
inviato una nota all’ambasciata del Sol Levante per avere chiarimenti
circa l’eventuale rilascio in mare di acqua contaminata stoccata
nella ex centrale di Fukushima.
La nota è stata girata in
Giappone ed il funzionario che l’ha ricevuta ha affermato che il
proprio Paese fornirà spiegazioni trasparenti circa la sorte cui
quest’acqua sarà destinata. Tra le varie opzioni in campo il
rilascio in mare è quella dai costi minori.
“Grave
preoccupazione” è stata invece espressa dal ministro Taro Kono
all’omologo cinese Wang per la crisi politica che coinvolge la
regione di Hong Kong. Kono è giunto nella capitale cinese il
20 agosto per partecipare ad un trilaterale che vedrà la
partecipazione anche della collega sudcoreana. “Ci sono circa
25.000 giapponesi ad Hong Kong ed abbiamo quindi comunicato alle
autorità che è necessario che sia assicurata la loro
sicurezza”.
Nel corso del vertice Kono ha anche chiesto
alla Cina di rispettare pienamente le sanzioni ONU verso la Corea del
Nord.
La ministra
sudcoreana Kang Kyung-wha ha invece auspicato che le tre nazioni si
impegnino per un commercio “libero e leale” che dia
prosperità alla regione e chiesto che il Sol Levante elimini gli
“arbitrari ed unilaterali” ostacoli commerciali
posti verso il proprio Paese.
“Pur in presenza di una
difficile situazione penso che si possa lavorare verso una soluzione
grazie a questi dialoghi” ha sostenuto Kono al termine
dell’incontro con la controparte coreana.
A margine del vertice
il capo dell’Ufficio per gli Affari Asiatici ed Oceanici del
Ministero degli Esteri di Tokyo, Kenji Kanasugi, ha incontrato la
controparte Kim Jung Han ribadendo che le sentenze che hanno
condannato aziende nipponiche a pagare risarcimenti ad ex forzati di
guerra “violano il diritto internazionale”.
Il
medesimo giorno da Seul Kim Sang-jo, ex Presidente dell’antitrust
sudcoreana ed attualmente funzionario della Casa Blu, ha affermato
che “fino all’ultimo momento” l’esecutivo valuterà se
rinnovare o meno il tratttato militare concernente lo scambio di
informazioni tra le due nazioni che è in scadenza mentre per quanto
concerne il commercio ha sostenuto che “il punto chiave sul
quale il governo si sta concentrando è quello di stabilizzare le
forniture e dipendere meno dalle importazioni”.
Il 22 agosto, due
giorni prima della data ultima nella quale le parti dovevano
comunicare la volontà di sottoscrivere o meno l’accordo militare
denominato GSOMIA, Kim You-geun, vicedirettore
dell’Ufficio per la Sicurezza Nazionale di Seul, ha comunicato che il
trattato non sarà rinnovato.
“Gli Stati Uniti hanno
compreso la nostra decisione” ha affermato Kim precisando che
“se il Giappone riconsiderasse le proprie mosse e le due nazioni
recuperassero l’amicizia il governo potrebbe a sua volta
riconsiderare diverse misure come quella del GSOMIA” mentre la
ministra Kang ha chiarito che tale atto “è una vicenda separata
dall’alleanza con gli USA con i quali la cooperazione rimarrà
costante e forte”.
“Protestiamo fermamente contro
questa decisione” ha commentato Taro Kono nella serata del 22
dopo aver consegnato una nota di protesta all’ambasciatore della RdC
a Tokyo Nam Gwan-pyo.
Preoccupato si è detto l’ex titolare
della Difesa di Tokyo Gen Nakatani: “se fosse lanciato un
missile [da
parte della Corea del Nord ndr]
le forti divisioni tra i governi di Giappone, Corea del Sud e Stati
Uniti non consentirebbero di accertare in modo completo i dettagli
del lancio e dove atterrerà il missile preparandosi a intercettarlo.
[…] Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud non hanno altra scelta
che cooperare per rispondere alla minaccia nordcoreana. Questo è il
punto fondamentale che va compreso”.
La RdC “continua
a colpire una relazione fondata sulla fiducia” ha commento Abe
il 23 agosto mentre di “decisione tutt’altro che accettabile”
si legge in un comunicato del Partito Costituzionale Democratico per
il quale “in futuro il governo coreano dovrà riconsiderare la
propria scelta e quello giapponese rispondere con calma […].
Nessuno ne guadagna esprimendo soltanto i propri sentimenti
nazionali. Indipendentemente dalle difficoltà sollecitiamo i governi
di entrambi i Paesi a tornare a dialogare”.
“Queste
due nazioni sono un pilastro della stabilità e dello sviluppo nella
regione” ha commentato da New York il Segretario Generale delle
Nazioni Unite Antonio Guterres auspicando che le parti ritornino ad
avere una forte relazione.
Oltre alla questione coreana tra i temi di politica estera che interessano il Sol Levante vi è il vertice del G7 per partecipare al quale il premier Abe è partito lo scorso venerdì per recarsi nella città francese di Biarritz. Il padrone di casa, il presidente francese Macron, ha anticipato che non vi sarà una dichiarazione comune al termine del summit. Tra i temi in discussione il riscaldamento globale, la crisi nello Stretto di Hormuz ed il commercio internazionale.
Nell’immigrazione
il quotidiano Asahi ha diffuso alcuni documenti che denunciano
la richiesta di mazzette ad aspiranti apprendisti
che vogliono lavorare nel Sol Levante sotto l’egida di un programma
internazionale cui il Paese aderisce e che è stato, fino ad ora, il
principale mezzo per emigrare nell’Arcipelago. Secondo l’indagine
condotta dal giornale un’agenzia, certificata dal governo birmano,
avrebbe ricevuto da quattro tirocinanti un milione e centomila yen
ciascuno per avviare le procedure girando poi circa la metà della
somma ad un’istituzione giapponese per coprire i costi di
supervisione del progetto. Contattata dal quotidiano l’ente
(presumibilmente una Camera di Commercio) ha negato ogni addebito.
Un
appello all’Agenzia per l’Immigrazione ed ai servizi fiscali affinché
vigilino maggiormente è giunto dall’attivista Akira Hatate,
direttore dell’Unione Giapponese per le Libertà Civili, “altrimenti
la pratica di chiedere mazzette non finirà”.
Sono circa
2.700 le realtà iscritte ad un particolare registro che possono
supervisionare i progetti di apprendistato che coinvolgono cittadini
stranieri.
In economia il
Giappone ha registrato in luglio un deficit commerciale pari a
2,34 miliardi di dollari. Secondo quanto comunicato dal Ministero
dell’Economia lo scorso lunedì le esportazioni sono calate dell’1,6%
rispetto allo stesse mese del 2018 (in calo per l’ottavo mese
consecutivo) mentre un calo più contenuto (dell’1,2%) si è
registrato nelle importazioni.
Il deficit maggiore lo si è
raggiunto con la Cina: se le importazioni, infatti, sono salite del
2,8% le esportazioni hanno subito un calo del 9,3%.
In aumento
(del 15,6% rispetto allo scorso anno) il surplus commerciale verso
gli Stati Uniti mentre un consistente deficit (ancorché in calo da
due mesi a questa parte) si è avuto con l’Unione Europea.
Sull’inflazione i
dati luglio hanno mostrato una crescita dello 0,6%. Tra i beni che
sono aumentati maggiormente vi sono l’elettricità (+2,7%) ed il gas
(+3%) menntre la benzina è scesa del 4,3%.
Cresciuti dell’1,2%
i prezzi degli alimenti non freschi e del 3,8% degli elettrodomestici
(su quest’ultimo bene è stata l’ampia domanda di condizionatori a
trainare il settore).
Sempre a luglio un calo nelle vendite del
7,1% si è registrato nei supermercati secondo quanto riferito
dall’Associazione delle Catene di Negozi del Giappone, organizzazione
di categoria che rappresenta 10.504 supermercati.
Nel settore
finanziario Chiba Bank e la Banca di Yokohama
starebbero considerando di aprire congiuntamente una filiare per la
vendita dei loro prodotti finanziari a Tokyo. Lo scorso mese le due
società hanno concordato di cooperare sempre di più al fine di
resistere alla concorrenza dei grandi gruppi bancari nazionali.
“Svilupperemo insieme una strategia per aumentare la nostra
quota nel mercato dei prestiti” ha affermato Hidetoshi Sakuma,
presidente di Chiba Bank.
Nel contempo LINE Financial e Nomura
Holding hanno annunciato il 20 agosto la costituzione di una joint
venture che consentirà di operare nel mercato azionario mediante
il telefonino.
“Vogliamo rendere più facile per i
consumatori la gestione dei propri beni consentenndogli di fare tutto
con le proprie mani” ha affermato Tetsuhiko Saito,
amministratore delegato di LINE Financial. Il nuovo servizio
permetterà di fare investimenti a partire da poche centinaia di yen
fino ad un tetto di 3.000 in 100 aziende nipponiche.
Nelle criptovalute
Tech Bureau, società con sede ad Osaka, ha annunciato che
terminerà le proprie operazioni nel settore dopo aver rimborsato
i propri clienti. La società ha subito lo scorso settembre un
furto per l’equivalente di 7 miliardi di yen.
Una causa di
risarcimento da 1 miliardo di yen è stata invece depositata dalla
taiwanese Bitpoint Taiwan contro Bitpoint Japan per una serie
di fatturazioni errate da parte della società nipponica.
Nell’elettronica le
maggiori aziende nipponiche stanno aumentando i compensi dei
lavoratori esperti in intelligenza artificiale al fine di
vincere la concorrenza straniera.
A partire da ottobre NEC
rimuoverà i limiti salariali per i ricercatori di prima fascia in
alcuni settori chiave, oltre alla già citata intelligenza
artificiale anche la cybersicurezza ed il campo biometrico, ed
aumenterà di alcune decine di migliaia di yen i salari dei propri
dipendenti che hanno svolto un dottorato e che attualmente guadagnano
circa 5 milioni di yen.
Simili misure prenderà Sony che porterà
gli stipendi degli ex dottori di ricerca a circa 7,3 milioni di yen
mentre Fujitsu prende di pagare i ricercatori di prima fascia tra i
30 ed i 40 milioni di yen.
Negli scorsi anni anche altre
aziende, come Nissan che nel 2017 ha fondato un proprio centro ad
Atsugi, hanno avviato percorsi volti a formare specialisti.
Un
percorso di formazione per 200 lavoratori ogni annno è stato avviato
anche da Daikin Industries che ha assunto allo scopo docenti
dell’Università di Osaka.
Rimanendo in
quest’ambito NTT Docomo, una delle maggiori aziende
telefoniche dell’Arcipelago, ha comunicato che riprenderà ad
accettare ordini per i telefonini P30 Pro prodotti dalla cinese
Huawei. La società aveva cessato di distribuire i prodotti
dell’azienda cinese dopo le sanzioni statunitensi dello scorso
maggio.
I concorrenti di di NTT (SoftBank e KDDI) hanno ripreso
le vendite di questi smartphone lo scorso 8 agosto assicurando che su
essi il sistema operativo statunitense Android opera
regolarmente.
Frattanto le tensioni con la Corea del Sud
hanno prodotto nel mese di luglio un calo dei turisti provenienti
dalla Penisola pari al 7,6%. Se, infatti, il numero complessivo
dei visitatori stranieri è salito del 5,6% rispetto allo stesso mese
del 2018 (toccando la cifra di 2.991.200) il numero di sudcoreani è
calato raggiungendo le 561.700 unità piazzandosi al secondo posto
dietro la Cina i cui turisti sono invece aumentati del 19,5%
(1.050.500 in termini assoluti).
I turisti provenienti dalla RdC
sono stati fino ad ora il 20% del totale e ben il 60% di coloro che
hanno visitato la Prefettura di Oita.
Lo scorso martedì,
intanto, Korean Air Lines ha annunciato che a partire da settembre
sospenderà una serie di voli diretti che collegano Busan ad Osaka,
Incheon a Kagoshima e Asahikawa (temporanemente per un mese) nonché
Jeju-Narita e Jeju Osaka.
Nell’Arcipelago si spera intanto che
la prossima coppa del mondo di rugby, evento che coinvolgerà 12
città nipponiche, porti almeno 500.000 turisti ed abbia un impatto
economico superiore ai 100 miliardi di yen.
Ad Hokkaido è stato
invece ufficializzato per il prossimo agosto il primo viaggio del
treno di lusso “The Royal Express” di proprietà della Tokyu
Corporation ma gestito dalle Ferrovie di Hokkaido.
Il treno
partirà da Sapporo e porterà i turisti nella regione del Tokachi,
ad Asahikawa e nell’area di Shiretoko.
Nel settore agricolo
l’adesione del Giappone al trattato di libero commercio per l’area
del Pacifico (il cosiddetto TPP) ha fatto aumentare
enormemente le importazioni di carne bovina. Il Sol Levante ha
importato nei primi sei mesi quest’anno 17.303 tonnellate di carne
dal Canada (contro le 8.943 del 2018) e 10.097 dalla Nuova Zelanda
(contro le 6.911 dello scorso anno).
Fuori dal TPP sono state
importate 30 tonnellate dall’Argentina e 152 dall’Uruguay, Paesi dai
quali fino all’anno scorso non era possibile importare a causa di
alcune precauzioni sanitarie.
I maggiori acqusiti sono stati
effettuati con gli Stati Uniti (Paese fuori dal TPP) con 116.676
tonnellate (contro le 110.833 dello scorso anno) e l’Australia
140.807 tonnellate (contro le 148.675 dello scorso anno, unico caso
di calo negli acquisti).
Problemi alle esportazioni agricole
potrebbero frattanto arrivare anche verso la Corea del Sud.
Lee Seung-yong, responsabile dell’ufficio sulla sicurezza degli
alimenti importati per il Ministero dell’Alimentazione e Farmaci di
Seul, ha affermato che saranno “raddoppiati i controlli sulle
radiazioni nel cibo importato quando anche un minuscolo livello di
esse, anche un solo becquerel per chilogrammo, venisse trovato”.
La posizione del governo è stata sollecitata dal parlamentare
dell’opposizione Kim Kwang-soo il quale ha sottolineato, con evidente
preoccupazione, che negli ultimi cinque anni la RdC ha importato
29.985 tonnellate di cibo dalla regione di Fukushima.
Rimanendo nel
commercio internazionale Auramon Supthaweethum, direttrice generale
del Dipartimento per i Negoziati Commerciali del Ministero del
Commercio Tailandese, ha annunciato che tra il 3 ed il 10 settembre i
ministri dei Paesi che partecipano ai negoziati del RCEP si
incontreranno a Bangkok.
Il RCEP è un accordo, in fase di
negoziato dal 2013, che vede coinvolti le nazioni ASEAN nonché
Australia, Cina, India, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud.
“Le
16 nazioni sanno che è necessario concludere il dialogo e giungere
ad un accordo il più presto possibile di modo da promuovere la
crescita del commercio in una fase di incertezze sulla crescita
globale” ha dichiarato la funzionaria.
Se l’accordo
andasse in porto esso terrebbe insieme economie che
rappresentano il 32% del PIL mondiale, il 48,1% della
popolazione, il 30,4% delle importazioni ed il 31,3% delle
esportazioni.
Di accordo prossimo
ha invece parlato dalla capitale statunitense il ministro nipponico
Motegi, plenipotenziario di Tokyo per stringere un accordo
commerciale con gli USA. Motegi ha incontrato il 21 agosto la
controparte Robert Lighthizer per l’ennesimo round di
negoziati.
Ritornando in patria Motegi ha avanzato l’ipotesi che
per settembre si possa giungere alla fine dei negoziati: “questo
tavolo di negoziati sarà probabilmente l’ultimo” ha dichiarato
il ministro.
Nell’urbanistica Mori Building ha presentato lo scorso giovedì un progetto che prevede la realizzazione a Tokyo (nel distretto di Azabudai-Toranomon) di un grattacielo alto 3330 metri e che sarà completato entro il 2023. La società prevede di spendere circa 600 miliardi di yen per la realizzazione dell’opera che sarà accompagnata da altri edifici in un’area di circa 8 ettari.
Per quanto concerne le Olimpiadi di Tokyo 2020 Toyota Motor ha comunicato che il 90% dei veicoli che saranno forniti al Comitato Olimpico (ciirca 3.700) saranno a trazione elettrica. Frattanto il CIO ha dato il via libera al piano per la gestione del traffico volto ad evitare il rischio di paralisi nella capitale nipponica durante lo svolgimento dei Giochi. Rimangono tuttavia da migliorare le politiche necessarie a tagliare di almeno il 30% gli ingressi nella città dalla rete autostradale: le prove effettuate tra il 24 ed il 26 luglio hanno determinato un calo di appena il 7%.
Chiudendo con l’energia elettrica TEPCO mediante una propria sussidiaria ha iniziato lo scorso venerdì a commercializzare energia elettrica nel Tohoku e nel Kyushu. TEPCO Energy Partner, questo il nome della società, ha già realizzato elettrodotti nel Kansai e nel Chubu e prevede di espandersi in futuro ad Hokkaido e nel Chugoku. A rendere possibile per le società elettriche di operare nazionalmente è stata la liberalizzazione totale del settore avvenuta nel 2016 che ha consentito ad esempio a Chubu Electric ed a Kansai Electric di vendere elettricità a Tokyo facendo perdere a TEPCO il 20% dei clienti nella Prefettura.
(con informazioni di Japan Press Weekly 14 – 20 ago. 2019; koreanair.com; yna.co.kr; koreaherald.com; chinadaily.com.cn; dpfp.or.jp; mainichi.jp; asahi.com; japantimes.co.jp; kyodonews.net)
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