Fallito nelle elezioni per il rinnovo parziale della Camera dei Consiglieri l’obiettivo della maggioranza di assicurarsi i due terzi dei seggi, soglia necessaria in entrambe le Camere (nella Camera bassa i conservatori hanno già i due terzi) per approvare una modifica della Costituzione.
In particolare il tentativo delle forze pro-riforma era ed è quello di stravolgere il nono articolo della Carta, quello che assicura il carattere pacifista della politica estera nipponica.
I seggi soggetti a rinnovo (la Camera alta muta la composizione della propria metà ogni tre anni) erano 124 – tre in più rispetto alla scorsa volta in virtù di una riforma volta ad abbassare la disparità voti-seggi – di questi 74 eletti in collegi, di cui 32 con l’uninominale, mentre 50 sono stati scelti con il sistema proporzionale.
In totale le forze favorevoli ad una modifica della Costituzione (pur non essendo d’accordo tra esse su una precisa proposta) hanno ottenuto 81 seggi che sommati a quelli non soggetti a rinnovo portano questi partiti a quota 160 e cioè 4 senatori in meno del necessario.
Il Partito Liberal-Democratico, che tra i seggi soggetti a rinnovo partiva con 67 senatori uscenti, ha conquistato 57 scranni (di cui 38 nei collegi e, con il 35,37%, 19 al proporzionale) portando i propri eletti a 113 (–12 seggi rispetto alla situazione precedente).
14 senatori (7 nei collegi e 7 al proporzionale con il 13,05% dei voti) portati a casa dagli alleati centristi del Nuovo Komeito che passano così da 25 a 28 seggi. Le due forze di maggioranza hanno eletto 71 senatori (ne avevano conquistati 70 nel 2016 e 76 nel 2013) e quindi ben 10 in più dei 63 necessari ad ottenere la maggioranza assoluta dell’assemblea (le forze di maggioranza possono contare su 133 seggi adesso).
Tra i senatori eletti dai conservatori 22 (su 32 collegi totali) provengono dai collegi uninominali nei quali le forze unite dell’opposizione hanno invece conquistato i rimanenti dieci (tra essi quello di Okinawa che è andato all’antimilitarista Tetsumi Takara).
Nel campo progressista il Partito Costituzionale Democratico ha ottenuto 17 seggi (tra quelli oggetto di rinnovo ne aveva 9) di cui 8 al proporzionale (con il 15,81%) e 9 nei collegi portandosi a 32 seggi totali (i 17 conquistati domenica vanno sommati ai 15 eletti nel 2016); il Partito Democratico per il Popolo 6 (3 al proporzionale con il 6,95% dei voti e 3 nei collegi che sommati ai 15 eletti nel 2016 portano il partito ad evere 27 eletti); il Partito Comunista 7 (ne aveva 8 tra quelli uscenti) di cui 3 nei collegi e 4 (con l’8,95%) al proporzionale che sommati ai 6 non soggetti a rinnovo lo porta ad avere 13 senatori.
Un solo seggio conquistato dal Partito Socialdemocratico (ne aveva conquistati 2 nel 2016) con il 2,09% mentre due (entrambi disabili ed entrambi eletti nella quota proporzionale) sono stati quelli ottenuti da Reiwa Shinsengumi, partito populista di recente fondazione guidato dall’ex attore Taro Yamamoto il quale ha però perso il proprio seggio (era stato eletto a Tokyo sei anni fa con oltre 600.000 voti legandosi al partito Prima la Vita del Popolo allora guidato da Ichiro Ozawa ed oggi non più esistente).
Tra le forze di opposizione ma favorevoli ad una riforma costituzionale vi è l’ultradestra di Nippon Ishin no Kai, partito che sembrava destinato ad un rapido scioglimento dopo l’abbandono del suo leader Toru Hashimoto e che ha invece conquistato 10 seggi (5 al proporzionale e 5 nei collegi) portando la sua presenza in Senato a 15 membri (aveva 11 senatori prima del voto).
Nessun seggio è stato conquistato da quanto rimane di Kibo no To, partito fondato ed abbandonato dalla sua leader Yuriko Koike ed in gran parte confluito nel Partito Democratico per il Popolo: la lista di centro ha comunque 3 senatori nell’assemblea che sono stati eletti nel 2016.
Un seggio è stato ottenuto anche dal Partito per Proteggere il Popolo dall’NHK (la televisione pubblica), partito fondato nel 2013 da un ex dipendente della società e contrario all’imposizione del canone televisivo nonché all’influenza dei partiti sulla tv di Stato.
Record di donne elette (sono adesso il 28% dell’assemblea) anche se il numero di candidature femminili si è mantenuto molto al di sotto dello standard europeo fatta eccezione per le liste del Partito Comunista che erano formate al 55% da candidate.
Male l’affluenza: la seconda più bassa di sempre al 48,8% (nel 2016 si erano recati al voto il 54,7% degli aventi diritto). 14 cause in altrettante Alte Corti sono già state depositate al fine di chiedere l’annullamento per una disparità voti-seggi considerata incostituzionale da molti giuristi anche se lievemente calata in virtù della riforma che ha aumentato i seggi e ridisegnato i collegi elettorali.
Nei commenti a caldo
il premier Abe ha sostenuto che cercherà una discussione
“flessibile” con le altre forze politiche presenti in
parlamento: “anche se abbiamo fornito le basi per una
discussione, basi che noi crediamo siano le migliori, vogliamo avere
una discussione flessibile senza fossilizzarci sulla nostra proposta”
(e cioè di costituzionalizzare l’esistenza delle Forze di
Autodifesa, proposta che ha anche avversari nello stesso PLD come
l’ex sfidante di Abe alla presidenza del partito Shigeru Ishiba).
“Le
forze che possono essere favorevoli ad emendare la Costituzione non
sono predeterminate. Ci sono nuovi partiti politici e parlamentari
indipendenti nonché molti del Partito Democratico per il Popolo che
ritengono che un dibattito sul tema vada fatto” ha aggiunto il
premier.
“In meno di due anni dalla nostra nascita siamo
stati in grado di guadagnare un consenso così ampio” ha invece
commentato soddisfatto il Presidente del Partito Costituzionale
Democratico Yukio Edano la cui formazione è ormai indiscutibilmente
il perno attorno al quale costruire una coalizione alternativa a
quella conservatrice.
“Avevamo dei dubbi per quanto
riguarda la cooperazione tra i partiti dell’opposizione ma siamo
stati in grado di unificarci presentando 32 candidati comuni. Tre
anni fa ero responsabile del coordinamento per l’unità
dell’opposizione nella mia posizione di segretario generale del
partito (all’epoca era il
Partito Democratico ndr) ma rispetto ad allora anche grazie
a quell’esperienza abbiamo fatto passi da gigante nella direzione che
ci porterà al governo” ha aggiunto Edano nella prima
conferenza stampa chiudendo altersì ad ogni possibilità di riforma
costituzionale: “le forze che non vogliono cambiare la
Costituzione hanno adesso più di un terzo dei seggi e quindi mi
sembra che la volontà popolare sia chiara e perciò non vedo la
necessità di un dibattito”.
Il deludente risultato del
Partito Democratico per il Popolo è stato spiegato dal suo
Presidente Yuichiro Tamaki rilevando che i voti ottenuti dal PDP e
quelli del PCD sommati danno più o meno la medesima percentuale
portata a casa dal Partito Democratico nel 2016 ed anzi questa
volta le due formazioni eredi hanno guadagnato qualche punto
percentuale in più mentre in termini assoluti data la differente
affluenza una comparazione è azzardata.
“Dovremo creare
una coalizione di governo a partire dalle prossime elezioni della
Camera dei Rappresentanti e ci confronteremo con Edano” ha
affermato Tamaki il quale aperto ad uno spiraglio di discussione
sulla Carta ma rimanendo fermo circa l’opposizione alla
costituzionalizzazione delle Forze di Autodifesa.
“Anche se
il primo ministro mantiene il desiderio di cambiare la Costituzione
durante il proprio mandato il responso delle urne mostra come
l’opinione pubblica rifiuti ciò” si legge nel comunicato
diffuso dalla segreteria del Partito Comunista.
Frattanto i
partiti dell’opposizione “classica” hanno già avviato un dialogo
con la formazione di Yamamoto che in virtù del 4,5% conquistato
nella quota proporzionale è diventata fondamentale nel processo di
costruzione di un’alternativa di governo ai conservatori. Molte
rimangono però le differenze tra il campo dell’opposizione e Reiwa
Shinsengumi in particolare per la posizione assunta da questa
forza politica rispetto all’abolizione totale della tassa sui
consumi.
Maggiore apertura è giunta dal Partito Comunista:
“condividiamo molte politiche” ha affermato il Presidente
del PCG Kazuo Shii.
Lo stesso giorno delle elezioni per il rinnovo della Camera alta si sono svolte quelle per scegliere il Governatore della Prefettura di Gunma. Nelle consultazioni ad uscire vincitore è stato, con 576.935 voti, Ichita Yamamoto, ex senatore ed già ministro per Okinawa ed i Territori del Nord, che ha sconfitto la candidatura dell’ex sindacalista Kiyoto Ishida del Partito Comunista che ha ottenuto 185.959 voti.
In politica estera è giunto il 22 luglio nell’Arcipelago il consigliere Nazionale per la Sicurezza degli Stati Uniti John Bolton il quale ha avuto colloqui con il ministro Taro Kono, con il capo della segreteria del Consiglio di Sicurezza Nazionale Shotaro Yachi e con il ministro della Difesa Iwaya al fine di sondare la disponibilità nipponica a prendere parte ad una coalizione militare che dovrebbe contrastare l’Iran nello Stretto di Hormuz.
Tra i leader
nipponici negli organismi internazionali si segnala la morte,
comunicata il 22 luglio, del direttore generale dell’Agenzia per
l’Energia Atomica Yukiya Amano.
Amano, già ambasciatore in
seno all’Agenzia dal 2005, era stato scelto come Direttore nel 2009
ed aveva 72 anni.
Nota di protesta
verso Russia e Corea del Sud è stata inviata lo scorso martedì dopo
che un velivolo militare russo ha violato la spazio aereo sopra le
coreane isole Dokdo (rivendicate dal Giappone come isole
Takeshima) ricevendo come risposta alcuni spari di avvertimento.
La
stessa Corea del Sud ha protestato alcuni giorni dopo l’accaduto
verso il Sol Levante per aver
incluso le Dokdo in una mappa dell’Arcipelago che compare
sul sito ufficiale delle prossime Olimpiadi.
Pur rimanendo
altissima la tensione sul piano economico Taro Kono, la controparte
coreana Kang e l’omologo statunitense Pompeo hanno nuovamente
riaffermato, lo scorso venerdì, che manterranno uno stretto
coordinamento sulle vicende nordcoreane.
Nei rapporti con gli
Stati Uniti il ministro Kono ha anche comunicato una prossima riforma
delle linee guida che regolano l’intervento di polizia e vigili del
fuoco nipponico nelle basi a stelle e strisce presenti
nell’Arcipelago.
La revisione del codice di comportamento per il
personale nipponico consentirà un ingresso più rapido nelle servitù
militari consentendo anche ai nipponici di raccogliere più elementi
per poter condurre indagini circa le responsabilità dei prossimi,
certissimi, incidenti.
Una precisazione è stata anche
effettuata in settimana rispetto ad una differente traduzione delle
linee guida da adottare in caso di incidenti che coinvolgano velivoli
militari statunitensi. Nella versione in lingua inglese del codice di
comportamento era scritto che il personale USA può entrare in un
sito nel quale è avvenuto un incidente “senza chiedere
l’autoizzazione” alle autorià nipponiche competenti. Nella
versione in lingua giapponese ed adesso presente in entrambe le
versioni è invece scritto che le forze USA possono entrare in un
sito senza autorizzazione “nei casi nei quali non c’è tempo di
richiederla”.
Rimanendo nel campo
delle relazioni internazionali è stata salutata con preoccupazione
la nomina di Boris Johnson a primo ministro britannico.
“Abbiamo
monitorato con grande interesse la vicenda concernente l’uscita della
Gran Bretagna dall’UE ed abbiamo chiesto ad entrambe le parti di
assicurare che l’impatto negativo, includendo anche il caso di
un’uscita senza accordo, rimanga minimo per le imprese giapponesi e
per l’economia globale” ha dichiarato lo scorso mercoledì il
Segretario Generale del Gabinetto Suga.
In economia l’ultimo
rapporto economico mensile dell’esecutivo ha ribadito le prospettive
di crescita moderata per l’Arcipelago anche se “la debolezza
rimane soprattutto nelle esportazioni” a causa principalmente
della contrazione della domanda cinese.
Proprio al fine di
sostenere la crescita il Governatore della Banca Centrale Haruhiko
Kuroda ha assicurato che il proprio ente “continuerà con
potenti misure di allentamento monetario al fine di ottenere il 2% di
inflazione”. Per Kuroda il Paese non è più in una situazione
di deflazione ma il tasso annuale di crescita dei prezzi rimane
compreso tra lo 0,5 e l’1% e dunque molto al di sotto degli
aupici.
Frattanto la realtà rompe i sogni del Governatore della
Banca Centrale: gli ultimi dati sulle vendite di giugno forniti
dall’associazione di categoria dei supermercati mostra come essi
siano calati dello 0,9% rispetto allo mese del 2018 in gran parte a
causa delle preoccupazioni dei consumatori per il prossimo aumento
della tassa sui consumi.
Tagliate dal Fondo Monetario Internazionale le prospettiva di crescita del Sol Levante. Nel suo ultimo rapporto l’organismo internazionale ha stimato per quest’anno la crescita del PIL nipponico dello 0,9% e cioè di uno 0,1 in meno rispetto alla stima di aprile.
Nel commercio internazionale si è svolta a Washington una tre giorni di colloqui tra i rappresentanti dei Ministeri delle Finanze e di quelli di Industria e Commercio del Sol Levante con i corrispondenti funzionari statunitensi con il fine di risolvere i numerossimi punti di contrasto che impediscono alle due nazioni di siglare un accordo commerciale bilaterale.
Sempre in
quest’ambito tanto la Corea del Sud quanto il Giappone hanno
inviato propri funzionari a Ginevra con l’obiettivo di essere
ascoltati in sede di Consiglio Generale dell’Organizzazione Mondiale
del Commercio addossando ognuna all’altra la responsabilità per il
cattivissimo stato delle relazioni economiche.
“Il rifiuto
del Giappone a dialogare mostra come essi non abbiano né coraggio né
fiducia rispetto a ciò che hanno fatto” ha affermato Kim
Seung-ho, viceministro al Commercio della Repubblica di Corea inviato
anchìegli in Svizzera.
Le dispute in corso con il Giappone
saranno portate dalla ministra degli Esteri coreana Kang
all’attenzione anche del prossimo vertice ASEAN in Tailandia.
Nell’auto annunciato la scorsa settimana da Nissan un enorme taglio di posti di lavoro da realizzarsi nei prossimi tre anni. Secondo quanto comunicato dall’amministratore della società Hiroto Saikawa saranno 12.500 le persone che andranno a casa e ciò è dovuto in gran parte al calo della domanda negli USA che ha fatto crollare i profitti operativi del gruppo. Il numero fornito è molto superiore a quanto stimato in maggio (4.800) e rappresenta circa il 10% della forza lavoro dell’azienda.
In casa Toyota
è stato invece reso noto l’investimento in DiDi Chuxing Technology,
società cinese di noleggio con conducente. Il colosso nipponico
investirà circa 600 milioni di dollari con l’obiettivo di diventare
a tutti gli effetti un’azienda operante in tutti gli aspetti della
mobilità.
“DiDi si impegna affinché le nostre città
raggiungano nuovi obiettivi energetici e di trasporto intelligente e
lo fa mediante collaborazioni in patria ed all’estero. Non vediamo
l’ora di unire l’esperienza di DiDi nella mobilità su larga scala e
con utilizzo di intelligenza artificiale con la tecnologia dei
veicoli connessi di Toyota e ciò per costruire un contesto di
trasporto intelligente per città sostenibili” ha dichiarato il
vicepresidente di DiDi Stephen Zhu.
Profitti in calo per Canon: a causa della debolezza della domanda cinese gli utili di quest’anno sono stimati in calo del 36,7% rispetto all’anno precedente. La società si attende profitti per 160 miliardi di yen e cioè 40 in meno rispetto alla stima effettuata ad aprile.
In casa SoftBank
annunciato venerdì scorso il lancio di un nuovo fondo d’investimento
che avrà una dotazione iniziale di 108 miliardi di dollari e che si
aggiungerà al Vision Fund messo in piedi con i sauditi due anni
fa.
Il nuovo fondo, che con poca fantasia sarrà chiamato Vision
Fund 2, sarà partecipato dalla società nipponica per 38 miliardi e
tra le aziende che vi accantoneranno risorse vi sono Apple, Foxconn,
Microsoft ed un fondo sovrano kazako.
Nella pesca
calata di molto la quantità di giovani anguille catturate e
destinate alla crescita in vasche. Tra novembre 2018 e maggio 2019,
secondo quanto comunicato dall’Agenzia per la Pesca, si è raggiunta
la cifra di 3,7 milioni di tonnellate: il dato più basso dal 2003.
Record invece nelle importazioni: 11,5 milioni di tonnellate. La
quasi totalità del prodotto importato proviene da Hong
Kong.
L’Agenzia ha sottolineato come l’ultima stagione di pesca
sia stata “estremamente povera” e rappresenti appena il
13% del pescato ottenuto nella stagione 2005-2006.
Nella ricerca aerospaziale è fallito il lancio del vettore MOMO-4 della società privata Interstellar Technologies. Il razzo è precipitato nell’Oceano Pacifico poco dopo il lancio avvenuto nella mattinata di sabato dal sito di Taiki sull’isola di Hokkaido.
Frattanto una
recente ricerca condotta dal quotidiano Mainichi in
collaborazione con l’Agenzia per la Scienza e la Tecnologia del
Giappone mostra un preoccupante calo del numero di appartenenti
alle principali società scientifiche del Paese. Il quotidiano ha
inviato questionari a 45 tra le maggiori realtà accadamiche operanti
in vari campi (comunicazione, medicina, chimica ecc.) chiedendogli di
fornire il numero di associati tra il 2004 ed il 2018. Tra le 41
realtà che hanno risposto sette hanno segnalato un incremento mentre
ben trentuno hanno registrato un calo che in due casi, quello della
Società Giapponese per l’Energia e le Risorse e quello della Società
Giapponese per la Chimica Ambientale, è stato superiore al
30%.
Diminuiti, in 13 casi per oltre il 30%, anche il numero di
scienziati operanti a tempo indeterminato all’interno delle società
scientifiche.
Questi dati segnalano una lontananza tra le
realtà accademiche e le aziende: nello stesso periodo infatti il
numero di lavoratori qualificati per operare nella ricerca
scientifica è salito dai 710.500 del 2004 ai 792.000 del 2018.
Chiudendo con il
nucleare una ricerca ha stimato in 17 anni il tempo
necessario a trattare le acque contaminate attualmente stoccate
nell’ex impianto di Fukushima prima di poterle rilasciare in
mare.
La nuova stima è stata elaborata da Hiroshi Miyano,
professore all’Università Hosei di Tokyo e capo della commissione
che sta studiando in seno alla Società Giapponese per l’Energia
Atomica lo smantellamento della centrale.
Attualmente sono
stoccate all’interno dell’impianto circa 1.050.000 tonnellate di
acqua (di falda o piovana) contaminata da trizio ma in totale nei
prossimi anni l’acqua trattata di modo da contenere meno di 1.500
becquerel per litro potrebbe ammontare a circa 699 milioni di
tonnellate.
La Prefettura
colpita dalla catastrofe del 2011 riprende lentamente a vivere:
lo scorso 16 luglio è ripartita la produzione di una piccola
cooperativa lattiero-casearia di Iitate, cittadina che si trova a
meno di 40 chilometri dalla centrale distrutta dallo tsunami.
Il
26 luglio ha riaperto, dopo otto anni di stop, anche il porto di
Tomioka, distante pochi chilometri dall’ex centrale era l’ultimo, su
un totale di dieci porti destinati alla pesca, ad essere ancora
fermo.
TEPCO, mediante il proprio presidente Tomoaki Kobayakawa,
ha intanto comunicato al governatore della Prefettura di Fukushima
Masao Ochibori che anche la centrale di Daini sarà smantellata.
I costi di decommisionamento, messi neri su bianco in un piano che
dovrà essere approvato dai comuni coinvolti, si aggirano intorno ai
280 miliardi di yen. L’impianto è spento dal marzo del 2011 ed il
suo smantellamento comporterà il fatto che la società rimarrà
proprietaria del solo impianto di Kashiwazaki-Kariwa e di quello in
progettazione di Higashidori.
(con informazioni di Japan Press Weekly 17-23 lug. 2019; iaea.org; imf.org; cdp-japan.jp; dpfp.or.jp; global.toyota; yna.co.kr; mainichi.jp; japantimes.co.jp; the-japan-news.com)
Immagine di Chris 73 (dettaglio) da commons.wikimedia.org
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.