Settimana
iniziata con l’appello del Presidente sudcoreano Moon Jae-in a
risolvere per via diplomatica i contrasti tra le due nazioni che
hanno condotto tribunali della RdC a condannare aziende nipponiche
per lo sfruttamento del lavoro forzato nella Penisola nel corso
dell’ultima guerra ed in risposta a ciò l’imposizione da parte del
Giappone di limiti alle esportazioni di materiali necessari a
costruire semiconduttori.
Intervenendo lo scorso 8 luglio dalla
Casa Blu il massimo rappresentante del Paese ha affermato che “le
recenti barriere commerciali imposte dal Giappone hanno sollevato
preoccupazioni per l’interruzione della produzione nelle nostre
aziende e per la minaccia che ciò rappresenta per le catene di
approvvigionamento globali… ci sono preoccupazioni globali sulle
limitazioni a scambi reciprocamente vantaggiosi per scopi politici”
e che pur non auspicando “un
circolo vizioso fatto di misure e contromisure” il proprio
Paese risponderà qualora i nipponici
proseguissero su questa strada.
Nel corso della settimana da
parte coreana si è anche smentita la possibilità che, come
affermato dal peso massimo del PLD Koichi Hagiuda, una parte di
quelle produzioni possa essere finita in Corea del Nord in violazione
delle sanzioni ONU: “non abbiamo trovato alcuna prova del
trasferimento di fluoruro di idrogeno importato dal Giappone in
nessuna delle nazioni sottoposte a sanzioni ONU e tantomeno in Corea
del Nord” ha sostenuto il 9 luglio il ministro dell’Industria
Sung Yun-mo.
Su quest’ultimo punto lo scorso venerdì Kim
You-geu, vicecapo dell’Ufficio di Sicurezza Nazionale, ha comunicato
che la RdC intende coinvolgere le Nazioni Unite affermando che il
proprio Paese aderisce in maniera piena alle sanzioni contro la RPDC
volte ad ostacolare il programma missilistico e nucleare di quella
nazione: “se un’idagine dovesse dimostrare che il nostro governo
ha fatto qualcosa di sbagliato chiederemmo scusa e attueremmo misure
per correggere l’errore ma se l’indagine dimostrasse che il nostro
governo non ha commesso nulla di sbagliato il governo giapponese non
soltanto dovrebbe scusarsi ma dovrebbe anche ritirare le restrizioni
alle esportazioni che hanno le caratteristiiche di una rappresaglia
politica e conseguentemente ci dovrebbe poi essere un’idagine su ogni
violazione da loro commessa” ha affermato Kim in conferenza
stampa.
Frattanto i maggiori gruppi coinvolti, come ad
esempio Samsung e SK Hynix, stanno già diversificando le proprie
importazioni di modo da minimizzare l’impatto delle sanzioni
nipponiche: allo scopo il vicepresidente di Samsung Lee Jae-yong
ha effettuato un viaggio di lavoro a Tokyo volto ad evitare danni
economici causati dalla politica nipponica.
Moon si è in
settimana nuovamente appellato al Sol Levante affinchè interrompa
questa politica prima di arrivare ad una stada senza uscita. Il 10
luglio il Presidente sudcoreano ha incontrato i rappresentanti di 30
aziende (tra esse le già menzionate Samsung e Sk oltre a LG, Lotte e
Hyndai).
Un vertice tra tecnici dei due dicasteri all’Economia
si è svolto il 12 luglio ma senza che si giungesse ad alcuna novità.
Sempre in politica estera il Sol Levante si è appellato all’Iran affinché desista da una politica di arricchimento dell’uranio oltre i limiti previsti dall’accordo internazionale del 2015.
“Chiediamo
con forza all’Iran di rispettare l’accordo ed i propri impegni
astenendosi dal prendere provvedimenti che lo danneggino” ha
affermato nella conferenza stampa del lunedì il vicesegretario del
Gabinetto Yasutoshi Nishimura.
Proprio lo scorso mese di giugno
Shinzo Abe si era recato in visita nella Repubblica Islamica per
rafforzare la cooperazione economica e per fare da paciere tra questa
e gli Stati Uniti.
Con l’Iran e con la Turchia il Sol Levante ha in corso discussioni al fine di ammettere i cittadini dei due Paesi al nuovo regime dei visti di lavoro. Le discussioni attualmente vertono su accordi bilaterali per i rimpatri.
Confermato
intanto lo scorso giovedì da Koji Yamazaki, Capo di Stato Maggiore
delle Forze di Autodifesa, che il Giappone sta dialogando con gli
Stati Uniti circa la possibilità di creare una forza multinazionale
che controlli lo Stretto di Hormuz dopo i recenti fatti che hanno
coinvolto anche una nave commerciale nipponica.
Lo Stretto “è
una regione di vitale importanza per la sicurezza energetica del
Paese” ha affermato Yamazaki rifiutando però di fornire
dettagli circa i colloqui avuti con l’omologo statunitense Joseph
Dunford.
In
ambito demografico gli ultimi dati resi noti dall’esecutivo hanno
mostrato un record nel calo della popolazione di nazionalità
nipponica che al primo gennaio di quest’anno ha raggiunto la
cifra di 124.776.364 persone. Nel complesso il calo di cittadini
avvenuto nel 2018 è stato di 433.239 persone: non soltanto un numero
record ma anche il decimo calo annuale registrato dagli uffici
demografici.
In crescita, ma non abbastanza da invertire la
tendenza, il numero di cittadini stranieri: 2.667.199 (+169.543
rispetto al 2017).
Le nascite sono state appena 921.000 mentre
le morti ben 1.363.564 e ciò significa il sesto anno consecutivo di
crescita del numero dei decessi ed il dodicesimo anno consecutivo nel
quale le morti superano le nascite.
Per affrontare i cali di manodopera e soddisfare quanto auspicato dalla nuova normativa sui visti che facilita le migrazioni verso l’Arcipelago ha aperto in Indonesia un centro, il Kaigo License Center, nel quale coloro che intendono diventare assistenti alla persona in Giappone potranno ottenere certificati di formazione professionale riconosciuti in entrambi i Paesi come validi.
Nell’aviazione
civile entro la fine di questo mese gli operatori che utilizzano
droni (i cui piani di volo vanno comunque approvati
preventivamente) dovranno dare pubblicità dei propri percorsi al
fine di evitare incidenti.
Il numero di velivoli è cresciuto
moltissimo in questi anni soprattutto nel settore agricolo (nel quale
i droni sono usati per spruzzare fitofarmaci) ed in quello
dell’informazione.
L’ultima legge sull’aviazione richiede che
coloro che fanno volare droni con peso superiore ai 200 grammi e che
volino ad oltre 150 metri di altitudine debbono richiedere al
Ministero dei Trasporti l’approvazione del piano di volo.
In
economia la Banca del Giappone ha mantenuto invariate le
prospettive economiche delle nove regioni statistiche del Paese
nonostante la guerra commerciale tra USA e Cina che sta
danneggiando fortemente le esportazioni nipponiche.
Nell’ultimo
rapporto Sakura, questo il nome della periodica analisi sulle
economie regionali, diffuso ad aprile erano state abbassate le
prospettive di crescita per il Kyushu (accorpato nella riceca ad
Okinawa), l’Hokuriku ed il Tohoku mentre nel rapporto di luglio
sostanzialmente per tutte le regioni si prevede un “recupero
moderato”.
Nel
contempo i salari continuano a scendere. A maggio, per il
quinto mese di fila, si è avuto un calo degli stipendi (in quel caso
dello 0,2%) che fa di questo periodo il peggiore dal 2013. In media
le famiglie di lavoratori hanno in quel mese avuto entrate per
457.376 yen.
Per le medesime famiglie sono cresciuti anche i
consumi (dell’1,4% rispetto allo scorso anno) il che vuol dire che
essi hanno intaccato i risparmi.
Sempre a maggio il surplus finanziario del Paese è diminuito del 15,8% rispetto all’anno precedente (fermandosi a 1.590 miliardi di yen) in buona parte a causa del rallentamento delle esportazioni verso la Cina. In totale l’export del Sol Levante nel quinto mese dell’anno ha segnato un -6,3%.
Nei trasporti le Ferrovie del Giappone hanno condotto un test per la stampa del proprio treno superveloce N700S (il quale entrerà in servizio nel luglio 2020) e che il primo mezzo di questo tipo ad essere alimentato da batterie.
Nella
distribuzione settimana iniziata male per la catena Seven-Eleven
Japan finita al centro delle critiche per non aver predisposto
efficaci misure di sicurezza sul proprio servizio di pagamento
elettronico “7pay”. Circa 900 utenti hanno infatti perso 55
milioni di yen a causa di accessi non autorizzati sui propri conti.
Al fine di evitare il ripetersi di questi furti la società ha
lanciato un progetto, gestito da personale esterno all’azienda, volto
a rafforzare le misure di sicurezza sui pagamenti elettronici.
Sempre
la stessa società ha aperto 14 nuovi negozi nella Prefettura di
Okinawa lo scorso 11 luglio nell’ambito di un programma di aperture
che dovrebbe condurre ad inaugurare nei prossimi cinque anni 250
nuove attività nella Prefettura più meridionale del
Giappone.
Debutto, il 12 luglio, ad Hong Kong per la catena Don
Don Donki che ha aperto un proprio negozio di 1.400 metri quadri
assumendo 300 dipendenti.
Successi all’estero per l’azienda tessile Fast Retailing, proprietaria del marchio Uniqlo, che ha reso noto lo scorso 10 luglio di aver ottenuto un +7% utili nei nove mesi precedenti maggio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In termini assoluti la cifra ottenuta, in gran parte grazie alle vendite all’estero, è stato di 158,67 miliardi di yen. Cresciuti del 3,7% (raggiungendo la cifra record di 247,69 miliardi) anche i profitti operativi.
Nel settore automobilistico un investimento è stata annunciato tra la nipponica Mitsubishi Motors e la società indonesiana di noleggio con conducente Gojek. Al netto delle frasi di circostanza non sono stati resi noti i dettagli economici dell’operazione.
Nell’elettronica
la giapponese Nintendo, azienda leader nella produzione di
videogiochi, potrebbe presto diminuire la propria produzione di
apparecchiature di gioco in Cina per spostarla in
Vietnam, Paese non colpito, per adesso, dalla guerra tariffaria
scatenanta dal Presidente USA Trump. Attualmente quasi tutte le
apparecchiature di gioco “Switch” sono prodotte in Repubblica
Popolare dalla Hon Hai. Lo scorso anno il 40% delle 17 milioni di
Switch sono state vendute negli Stati Uniti.
Una mossa simile
sarebbe in animo anche di Sharp, altro colosso nipponico
dell’elettronica, i cui vertici, secondo indiscrezioni stampa,
starebbero pensando di spostare parte della produzione di computer
portatili (nello specifico proprio quelli destinati al mercato
statunitense) dalla Cina al Vietnam.
In casa Japan Diplay invece
la società ha comunicato di aver ottenuto 740 milioni di dollari
nell’ambito del proprio piano di ricapitalizzazione. Tra i soggetti
coinvolti nell’operazione il China’s Harvest Tech Investment
Management (che investirà 400 milioni di dollari) e il fondo di Hong
Kong Oasis Management (che dovrebbe investire 150 milioni).
Nel turismo un pacchetto di aiuti, piuttosto modesti per la verità, è stato predisposto dall’Agenzia per il Turismo per le aree di Yamanagata e Niigata colpite lo scorso mese da una scossa di terremoto di mangitudo 6.7. L’Agenzia elargirà rimborsi da 3.000 yen a coloro che a partire dal prossimo 19 luglio soggiorneranno nelle due Prefetture. Disposto allo scopo un fondo da 53 milioni di yen.
In campo bancario due banche locali, la Banca di Yokohama e la Chiba Bank, hanno deciso lo scorso 10 luglio di avviare una cooperazione che potrebbe cambiare il panorama del credito nel Paese. La mossa del primo e del terzo gruppo bancario regionale è motivata principalmente dai gravi problemi di redditività provocati dalle politiche di allentamento monetario praticate dalla Banca Centrale. Il presidente di Chiba Bank Hidetoshi Sakuma ha precisato che una fusione non è all’ordine del giorno ma entro la fine dell’anno i due istituti si scambieranno informazioni sulle fusioni e sulle acquisizioni delle aziende.
Cattive notizie invece in casa Poste del Giappone. Mitsuhiko Uehira, capo del ramo assicurativo del gruppo, ha ammesso una cattiva gestione di circa 90.000 polizze. Tra i casi avvenuti quello di aver riscosso premi assicurativi su contratti scaduti al momento della sottoscrizione di nuovi mentre circa 47.000 clienti sono rimasti privi di copertura assicurativa pur avendo pagato il dovuto. Kunio Yokoyama, presidente del gruppo, ha ammesso che la malagestione possa essere stata determinata da impiegati che rincorrevano gli obiettivi di vendita per loro fissati: “i nostri obiettivi di vendita non si sposano con i tempi” ha affermato il dirigente riferendosi al declino della popolazione in corso da decenni nell’Arcipelago.
Sospennsione di tutte le attività ed i servizi per l’operatore di criptovalute BITPoint Japan che ha deciso questa mossa dopo aver scoperto, lo scorso venerdì, un furto di valori per 3,5 miliardi di yen avvenuto la notte precedente.
Chiudendo
con il nucleare una equipe di ricercatori delle Università di
Tsukuha e Kanazawa (nonché dell’ente nazionalee JAMSTEC) avrebbe
scoperto che parte del cesio radioattivo finito in mare in
conseguenza dell’incidente del 2011 che coinvolse la centrale di
Fukushima sta ritornando verso le coste giapponesi in tempi più
brevi di quelli ipotizzati inizialmente.
Fino ad ora,
infatti, si era ipotizzato che il materiale radioattivo avrebbe
viaggiato per decenni nelle acque del Pacifico prima di giungere
nuovamente sulle coste nipponiche ma tutti i test condotti (nel 2012
e nel 2014) hanno invece mostrato che esso era rilevabile nuovamente
nel Mar del Giappone e nel Mar Cinese Orientale.
“Il fatto
che il cesio tornasse in così poco tempo è stato un qualcosa di
inaspettato. Abbiamo trovato una corrente precedentemente
sconosciuta” ha affermato Michio Aoyama, docente in forza
all’Università di Tsukuba.
Sempre
in tale ambito l‘Alta Corte di Fukuoka ha respinto lo scorso 10
luglio la richiesta proveniente da 170 cittadini alla sospensione
delle attività per i reattori 3 e 4 della centrale di Genkai
(Prefettura di Saga). La sentenza rappresenta un appello e conferma
quanto deliberato nel 2017 dalla Corte Distrettuale di Saga che aveva
rigettato la richiesta di stop e confermato alla Kyushu Electric il
diritto ad operare.
A spaventare i cittadini la possibilità che
colate piroclastiche provenienti dal monte Aso possano raggiungere
l’impianto.
Sempre nell’energia Daiwa House Industry ha annunciato un progetto edilizio a Funabashi (Prefettura di Chiba) che porterà ad avere 571 unità immobiliari (per 57.000 metri quadri complessivi) completamente alimentate da energia solare e dalla vicina centrale idroelettrica di Hida.
(con informazioni di boj.or.jp; stat.go.jp; sej.co.jp; mitsubishi-motors.com; yna.co.kr; vnexpress.net; asia.nikkei.com; the-japan-news.com; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di SarahTz (dettaglio) da commons.wikimedia.org
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.