Settimana iniziata con la visita nel Sol Levante del presidente svizzero Ueli Maurer. Il massimo rappresentante della Confederazione, che nell’occasione ha anche partecipato da osservatore al G20 dei ministri delle Finanze di Fukuoka terminato il 10 giugno, ha incontrato Abe per discutere principalmente di politica internazionale alla vigilia della visita del premier edochiano in Iran.
Piena sintonia tra i due massimi rappresentanti circa il contrasto al protezionismo ed un accenno è stato fatto anche circa la revisione dell’accordo di partenariato tra le due nazioni. Per quanto concerne l’imposizione fiscale ai giganti dell’economia digitale Maurer ha sottolineato “la necessità di una soluzione basata sul consenso e la volontà della Svizzera di tassare gli utili laddove venga realizzato valore aggiunto”.
Mercoledì il premier è quindi partito per l’Iran con l’obiettivo di “attenuare le tensioni” tra gli USA e la Repubblica Islamica in quella che è la prima visita di un capo dell’esecutivo nipponico nel Paese degli ayatollah dal 1978.
Prima di partire Abe ha avuto un colloquio telefonico con Donald Trump del quale non sono stati però resi noti i dettagli.
Giunto a Tehran Abe si è trattenuto con il presidente Hassan Rouhani ribadendo che per il proprio Paese l’accordo internazionale sul nucleare del 2015 ha come obiettivo la pace e la stabilità regionale e che il Giappone lo appoggia.
“Non vogliamo iniziare nessuna guerra nella regione, nemmeno con gli USA, ma risponderemo con forza ad ogni minaccia” ha affermato Rouhani nella conferenza stampa congiunta con Abe.
Oltre alle vicende di politica estera i due capi di governo hanno discusso sulla cooperazione economica nella regione iraniana del Chabahar (dove il Giappone dovrebbe finanziare infrastrutture portuali) e lungo la costa di Makran.
“La volontà del Giappone è quella di continuare a comprare petrolio iraniano e di sviluppare i legami tra le due nazioni nella finanza, nella scienza e nella cultura” ha sottolineato il Presidente iraniano.
Giovedì Abe ha poi incontrato la Guida Suprema Ali Khamenei il quale ha dichiarato espressamente che “Trump non merita io gli mandi un messaggio” utilizzando come tramite per l’appunto il premier nipponico. Al netto della propaganda, però, la visita di Abe ha appunto lo scopo di far partire un dialogo indiretto USA-Iran essendo il Sol Levante interessato a che la tensione nell’area si abbassi in quanto ha tutto da guadagnare dall’avere relazioni economiche con la Repubblica Islamica: relazioni che le sanzioni USA rendono quantomeno difficoltose se non talvolta impossibili.
“Non è vero che Trump non cerchi, come ha dichiarato, un cambio di regime, se potesse farlo lo farebbe” ha sottolineato l’ayatollah chiarendo che il proprio Paese dopo sei anni di negoziato ed un accordo non è disposto a tornare ad un tavolo che definisca e limiti nuovamente le proprie potenzialità sul nucleare civile. “Siamo contro le armi nucleari e abbiamo emesso una fatwa che ne proibisce la costruzione ma qualora volessimo farlo gli Stati Uniti non potrebbero fare nulla a riguardo” ha proseguito la Guida Suprema.
“Ho incontrato Khamenei vis à vis ed ho sentito la sua volontà di pace” ha dichiarato Abe al termine del colloquio.
Nelle stesse ore nelle quali Abe era in Iran nello Stretto di Hormuz due petroliere sono state silurate ma non è noto da chi. Una delle navi, la Kotuba Courageous, batte bandiera nipponica ed è di proprietà dell’azienda giapponese Kokuka Sangyo.
La nave era salpata dal Golfo dell’Oman ed era diretta verso Singapore dove doveva consegnare 25.000 tonnellate di metanolo saudita.
“Non so perché siamo stati attaccati” ha affermato l’armatore Yutaka Katada. Se gli Stati Uniti hanno subito accusato l’Iran di essere responsabile (non si capisce bene perché avrebbero dovuto farlo), Katada pur non avanzando ipotesi sui colpevoli ha convocato lo scorso venerdì una conferenza stampa sostenendo che la nave sia stata colpita da un razzo e non un siluro.
A bordo delle due navi erano in totale 44 membri di equipaggio e nessuno di essi è risultato ferito.
Ad accompagnare Abe in Iran il ministro degli Esteri Taro Kono il quale è poi partito sabato per la Mongolia per colloqui sulla Corea del Nord con l’omologo Damdin Tsogtbaatar. La Mongolia è uno dei pochi Paesi a intrattenere solidi rapporti diplomatici con la RPDC ed è abitualmente utilizzata dal Giappone come mediatrice nei dialoghi con i nordcoreani.
Nei rapporti con l’altra Corea, invece, il presidente dell’Assemblea Nazionale Moon Hee-sang, si è scusato, nel corso di un incontro con l’ex primo ministro giapponese Yukio Hatoyama, per le dichiarazioni rese nel corso di un’intervista concessa in febbraio e che definivano l’Imperatore, oggi ex, Akihito come “figlio di un criminale”.
In ambito militare il governatore della Prefettura di Akita Norihisa Satake ha attaccato lo scorso lunedì il Ministero della Difesa per una serie di errori geografici che hanno condotto l’esecutivo a scegliere la Prefettura come una delle aree nelle quali installare le batterie del sistema missilistico Aegis.
“Ho trovato la posizione del Ministero della Difesa estremamente discutibile e siamo tornati al punto di partenza su questo tema” ha affermato Satake intervenendo in Assemblea prefettizia.
Lo scorso maggio una ricerca condotta dal dicastero guidato da Iwaya (che si è scusato per i grossolani errori) aveva individuato alcune aree della Prefettura come adatte ad ospitare le batterie del sistema missilistico sviluppato con gli USA in funzione anticoreana (ed antirussa) sbagliando però l’altezza di diverse montagne. Il Governatore, rieletto alla guida dell’ente nel 2017, è supportato da una coalizione comprendente Nuovo Komeito, liberal-democratici e socialdemocratici, è da sempre contrario al dispiegamento di missili sul territorio da lui amministrato.
Per quanto concerne il caccia F-35 sparito nei cieli del Pacifico due mesi fa il ministro Iwaya ha dichiarato che la causa probabile dell’incidente è stato il “disorientamento spaziale” del pilota.
Il velivolo, ed il suo occupante, sono stati trovati soltanto parzialmente (una serie di rottami e parti del corpo del pilota) mentre sono state annunciate varie ispezioni ai 12 F-35 in forza alla base dell’aeronautica di Misawa (Aomori) forzatamente tenuti a terra dal giorno dell’incidente.
È stato intanto confermato lo scorso martedì un nuovo passaggio, senza però ingresso in acque territoriali nipponiche, della portaerei cinese Liaoning tra l’isola di Okinawa e quella Miyako. L’ultimo passaggio in quell’area era avvenuto nell’aprile 2018.
L’accaduto non ha avuto alcuna ripercussione immediata, anzi, lo stesso giorno Abe ha incontrato Kong Xuanyou, nuovo ambasciatore cinese nell’Arcipelago, augurandosi una stretta cooperazione con la Cina.
In politica interna Hideki Nagafuji, membro di Osaka Ishin no Kai, ha vinto le elezioni comunali di Sakai sconfiggendo Tomoaki Nomura (indipendente ed ex PLD). L’elezione rafforza il fronte di coloro, Osaka Ishin no Kai in testa, che vogliono far diventare Prefettura Metropolitana l’area di Osaka. Intanto anche il PLD potrebbe far cadere le proprie resistenze a che si tenga un nuovo referendum. La nuova presidente della locale federazione del partito di maggioranza nazionale, Naomi Tokashiki, ha convocato per il prossimo 21 giugno gli organismi interni per deliberare sul punto.
Sul fronte pensionistico il vicepremier Aso ha respinto il report diffuso la scorsa settimana dall’Agenzia per i Servizi Finanziari che sosteneva che le coppie di anziani pensionate da oltre 30 anni necessiteranno in futuro di emolumenti di circa 20 milioni di yen al fine di far fronte alle accresciute esigenze mediche.
“Il rapporto è stato interpretato quasi a voler dire che il sistema pensionistico collasserà. Tuttavia la vita degli anziani varia da persona a persona. Ci sono persone che possono coprire le proprie spese con la pensione ed altre che non riescono” ha detto Aso al termine del Consiglio dei Ministri del martedì.
“Quello che è stato definito come un sistema sicuro per i prossimi 100 anni è dunque una bugia? L’opinione pubblica è furiosa e si chiede cosa intendesse dicendo che le coppie devono avere da parte un gruzzolo da 20 milioni di yen” ha detto il 10 giugno Renho Murata del Partito Costituzionale Democratico interrogando in Camera dei Consiglieri il premier e chiedendo spiegazioni circa il suo modo di liquidare l’evidente dichiarazione di insufficienza delle pensioni pubbliche nel prossimo futuro certificata dall’Agenzia per il Servizi Finanziari. Il premier ha affermato di essere stato male interpretato ed ha ribadito di credere nella solidità del sistema pensionistico pubblico.
La vicepresidente del PCD ha poi attaccato Aso il quale aveva ammesso di non aver letto l’intero rapporto che si è però affrettato a smentire nelle sue conclusioni ed ha sottolineato come i conservatori da 59 giorni impediscano alla Commissione Bilancio di riunirsi sperando di affrontare dopo le elezioni alcuni temi spinosi rimasti sul tappeto tra cui quello delle perdite del fondo pensionistico pubblico: “Abe non viene in parlamento, gioca a golf, mangia riso con gli ospiti” ha commentato amaramente la senatrice progressista.
“Il governo ha sostenuto che le pensioni pubbliche saranno sufficienti per vivere. Tuttavia il rapporto dell’Agenzia spiega che quanto affermato dal governo è falso” ha affermato il Capo della Segreteria comunista Akira Koike per il quale “rimanere fermi e non fare nulla provocherà apprensione nell’opinione pubblica facendo calare la domanda interna e devastando l’economia giapponese. Il governo deve implementare misure che migliorino il sistema pensionistico prendendo il rapporto con grande serietà”.
Sempre in politica interna conflitti di interesse sono emersi nell’ambito di un gruppo di lavoro incaricato di valutare per l’esecutivo riforme e regolamenti concernenti le zone economiche strategiche (cioè aree, tra esse anche Tokyo, nelle quali, dal 2014, è stata consentita una deregolamentazione per le attività economiche al fine di aumentarne il potenziale economico secondo quelli che sono i dogmi dell’abenomics).
Il vicepresidente di questa equipe, Eiji Hara, già consigliere per la pubblica amministrazione di Abe e di Yasuo Fukuda, è stato collaboratore di una società (la Tokku Business Consulting) cha ha ricevuto 2 milioni di yen per una consulenza da un operatore scolastico privato di Fukuoka che ha poi interrogato il gruppo di lavoro circa la possibilità di rimuovere gli ostacoli per l’ottenimento da parte di stranieri in possesso di certificazioni nipponiche nel settore dei cosmetici della possibilità di lavorare ed ottenere dunque la residenza nelle zone economiche strategiche.
La proposta è stata effettivamente scritta dalla società di consulenza per conto dell’operatore scolastico e poi sottoposta nel 2015 all’organismo governativo per essere valutata.
Oltre a questo caso venuto alla luce è certo che la società con la quale Hara ha collaborato (pur non violando allo stato alcuna normativa circa il conflitto di interesse) ha svolto diverse consulenze per aziende potenzialmente interessate ai pareri forniti dal gruppo di lavoro.
La società con la quale Hara ha collaborato ha anche effettuato consulenze per un’azienda operante nella lavorazione delle perle ma in questo caso la notizia dell’avvenuta richiesta di deregolamentare il settore non è stata pubblicizzata agli organi competenti con la dovuta trasparenza.
Su quest’ultima vicenda Tomoya Hasui, membro dell’Ufficio del Governo, interrogato in parlamento il 13 giugno, ha ammesso che un incontro per discutere della proposta si sarebbe tenuto ma senza che siano stati compilati verbali.
“Le spiegazioni fornite oggi sono piene di contraddizioni: è emerso che il sistema delle zone speciali strategiche è stato trasformato in una scatola nera nella quale tutto può essere deciso in via ufficiosa a condizione che si dia considerazione ai portatori di interesse” ha dichiarato Yuko Mori del Partito Democratico per il Popolo.
In ambito migratorio lo scorso 11 giugno il Ministero dell’Istruzione ha comunicato che è ignota la residenza di circa 1.600 studenti stranieri iscritti tra il 2016 ed il 2018 all’Università di Tokyo e la Scuola di Dottorato in Protezione Sociale. Probabile una futura riduzione di fondi all’ateneo ritenuto responsabile di aver avuto manica larga nelle immatricolazioni.
Sulle questioni più prettamente istituzionali il principale partito dell’opposizione, il PCD, ha ufficialmente preso posizione a favore di una modifica della legge sulla Casa Imperiale consentendo la successione al trono anche per le donne al fine di assicurare, stante il limitato numero di maschi nella famiglia imperiale, una continuità nel trono.
Ugualmente favorevole ad un cambio della normativa il Partito Democratico per il Popolo anche se leader Yuichiro Tamaki ha però dichiarato che i tempi non sono ancora maturi per discutere della cosa.
In economia l’esecutivo starebbe valutando di intervenire per via amministrativa al fine di abbassare a 1.000 yen le penali previste per la cancellazione di contratti di telefonia mobile.
La mossa, volta ad aumentare la concorrenza nel settore, potrebbe essere seguita dal divieto di scontare i telefonini in caso di sottoscrizione di contratti a lungo termine.
Nell’agricoltura consistenti perdite (intorno ai 9,2 miliardi di yen) sono state prodotte lo scorso anno fiscale dal fondo pubblico-privato A-FIVE (Agriculture, forestry and fisheries Fund corporation for Innovation, Value-chain and Expansion Japan).
Il fondo, che già aveva prodotto perdite per 2,8 miliardi l’anno precedente, ha come obiettivo la ricerca e lo sviluppo in agricoltura specialmente nelle aree meno prospere dell’Arcipelago da realizzarsi mediante investimenti ad alto rischio che dovrebbero poi attirare investimenti privati.
Il Giappone ha in totale 14 fondi di questo tipo (12 inaugurati da Abe dal 2012 ad oggi) alcuni dei quali hanno prodotto unicamente buchi nell’acqua (oltre a buchi di bilancio): il caso più noto quello del fondo Cool Japan che lo scorso anno ha macinato perdite per 9,8 miliardi di yen.
Il fondo A-FIVE è stato lanciato nel 2013 con una dotazione iniziale pari a 31,9 miliardi di yen (dei quali soltanto 1,9 privati).
Sempre in tale settore la Federazione Nazionale delle Associazioni delle Cooperative Agricole ha aperto lo scorso lunedì un negozio per la vendita on line di prodotti freschi destinati al mercato di Hong Kong. Disponibili per adesso alcuni tipi di frutta ma l’organizzazione prevede di vendere presto circa 100 tipologie diverse di prodotto. Lo scorso aprile allo scopo di mettere in contatto i produttori nipponici direttamente con i consumatori delle Regione Autonoma cinese è stata aperta una società apposita.
Nel 2018 ad Hong Kong sono stati venduti alimenti prodotti nell’Arcipelago per un valore pari a 1,9 miliardi di dollari (+12,7% rispetto al 2017).
Frattanto una ricerca condotta dall’Università di Tokyo su 38.000 persone ha mostrato come il 43% di essi sia contrario a tecniche di intervento sul genoma delle piante (il dato sale al 53% nel caso di intervento sul genoma animale).
Nell’auto annunciata da Nippon Rent-A-Car Service l’installazione dal prossimo luglio di telecamere a bordo di tutti i nuovi veicoli al fine di evitare guide imprudenti. Ad oggi, secondo dati forniti dall’azienda, circa il 40% delle 37.000 vetture e camion posseduti hanno questi dispositivi a bordo.
In tale ambito prosegue intanto il clima di gelo tra Nissan e Renault dopo che la società francese si è opposta al piano presentato dall’azienda nipponica di riforma dei vertici dell’alleanza.
“La nuova posizione di Renault è disdicevole” ha affermato lo scorso 10 giugno l’amministratore delegato di Nissan Hiroto Saikawa.
Nella prossima riunione degli azionisti la società guidata da Saikawa presenterà una serie di modifiche alla propria organizzazione interna. Le proposte prevedono la nomina di tre comitati incaricati di sovraintendere a nomine, compensi e revisione dei conti. L’astensione annunciata da Renault (che possiede il 43,7% delle azioni di Nissan) alla riunione dovrebbe bloccare il progetto considerato necessario dalla nuova dirigenza dopo gli scandali che hanno coinvolto l’ex numero uno Carlos Ghosn.
In settimana Jean-Dominique Senard, unico membro di Renault inserito nelle tre commissioni, ha espressamente chiesto che all’interno di esse sia nominato anche l’amministratore delegato della società francese Thierry Bollore.
La società automobilistica ha anche ricevuto in settimana un ordine dal Tokyo Stock Exchange affinché si adoperi nel migliorare i controlli interni sui titoli dopo che la stessa ha dovuto correggere 13 anni di bilanci al fine di determinare l’esatta retribuzione dell’ex amministratore Carlos Ghosn.
Nei trasporti Nippon Express ha lanciato la scorsa settimana un servizio di trasporto merci via rotaia dalla Cina (per la precisione dalla città di Xian nello Shaanxi) alla Germania che effettuerà partenze tre volte la settimana nonché un ulteriore servizio (con una partenza a settimana) da Shangai a Dusseldorf.
La società ha noleggiato carri merci dalla compagnia statale cinese per effettuare il trasporto di elettronica e componenti per auto inaugurando così una alternativa ai servizi via mare o via aerea per il trasporto merci tra realtà così distanti. Nella tratta tra Shangai e Dusserdolf l’impiego del treno consente un considerevole risparmio di tempo rispetto alla nave: 24 o 26 giorni contro 40.
In casa Uber Eats potrebbe presto nascere un sindacato degli addetti alle consegne di cibo, attualmente inquadrati come lavoratori autonomi. “I lavoratori delle consegne lavorano sotto le direttive di Uber e quindi vanno trattati come dipendenti” ha affermato l’avvocato Yoshihito Kawakami.
Ha aperto, intanto, i battenti lo scorso venerdì il Salone Internazionale del Giocattolo di Tokyo: presenti aziende di 191 Paesi e circa 35.000 diversi giocattoli.
Preoccupazione tra le aziende del settore per il programmato aumento della tassa sui consumi che provocherà certamente una contrazione degli acquisti specialmente nei settori a domanda elastica.
Nell’esplorazione spaziale la società privata Interstellar Technologies, la prima azienda privata nipponica ad aver lanciato con successo un razzo nello spazio lo scorso 4 maggio, ha annunciato un nuovo lancio, questa volta di un vettore MOMO-4, che dovrebbe trasportare tre aeroplanini di carta che poi saranno rilasciati in atmosfera con la speranza che ricadano al suolo.
Nell’elettronica Nippon Display, società che sta vivendo una difficile situazione finanziaria, ha comunicato lo scorso venerdì che il consorzio cinese-taiwanese (guidato da China’s Harvest Tech Investment Management e da TPK Holding) che avrebbe dovuto investire circa 80 miliardi di yen non ha invece avanzato proposte concrete di supporto. Alcuni giorni prima la società, nata nel 2012 con l’aiuto del fondo pubblico INCJ, aveva annunciato 1.200 licenziamenti e cioè un quarto della propria manodopera.
Sull’internet superveloce 5G il governo ha licenziato lo scorso venerdì un piano che prevede l’installazione di 208.000 punti wi-fi entro il 2026.
Nel petrolifero, al netto dei certi aumenti che la tensione nello Stretto di Hormuz provocherà, Idemitsu Kosan ha annunciato un raddoppio della propria produzione di lubrificanti in Cina mediante l’apertura di un secondo impianto. La nuova fabbrica sarà operativa dal 2021 e produrrà 120.000 chilolitri l’anno di prodotto.
Nel turismo hanno avuto successo le nuove normative che hanno regolato il settore delle piccole pensioni domestiche. I minpaku, questo il nome che i B&B hanno in Giappone, sono passati nell’ultimo anno da 2.210 a 17.301.
Sul fronte macroeconomico i ministri delle Finanze del G20 riunitisi a Fukuoka l’otto e il nove giugno hanno concordato circa l’esigenza di un piano volto per tassare i colossi digitali affinché sia reso loro più difficile giocare con il trasferimento delle sedi legali.
“La parte più difficile sarà trasferire le regole globali nel quadro giuridico delle singole nazioni” ha dichiarato al quotidiano Mainichi l’esperto Yasuhide Yajima.
“La più grande riforma nell’ordinamento internazionale degli ultimi 100 anni” ha affermato il vicepremier nipponico Taro Aso con un pizzico di entusiasmo di troppo per una delle tante dichiarazioni comuni sul tema.
Aso nell’occasione ha tenuto colloqui con il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Steven Mnuchin per discutere anche in quella sede dell’accordo bilaterale sul commercio nonché delle accuse rivolte dagli USA al Giappone circa svalutazioni poco amichevoli, o almeno così sono viste da Washington, dello yen (anche se Aso ha negato che quest’ultimo tema sia stato affrontato).
Nel documento finale del vertice si è affermato che l’economia globale sta “stabilizzandosi” anche se “la crescita rimane bassa” mentre “le tensioni commerciali e geopolitiche si sono intensificate”.
“Sottolineiamo nuovamente che il commercio e gli investimenti internazionali sono motori importanti di crescita, produttività, innovazione, creazione di posti di lavoro e sviluppo” si ribadisce ancora nella nota che conferma la dichiarazione dell’ultimo summit di Buenos Aires sul commercio anche se nessuna condanna esplicita è stata rivolta al protezionismo come è invece tradizione di questi vertici.
Tra i vari riferimenti quello ad affrontare le sfide dell’invecchiamento della popolazione è stato soprattutto frutto del lavoro giapponese mentre altri punti si sono occupati di contrasto al finanziamento del terrorismo ed al riciclaggio di denaro, allo sviluppo dell’Africa, e sulle crescita delle infrastrutture.
Frattanto le tensioni globali fanno peggiorare la fiducia dei lavoratori nipponici. Una ricerca periodica effettuata dall’esecutivo lo scorso aprile ed i cui risultati sono stati resi noti lunedì scorso ha mostrato come le aspettative di crescita di una serie di categorie di lavoratori in settori considerati spia del sentimento generale (tassisti, lavoratori della ristorazione ecc.) siano le più basse degli ultimi 3 anni.
Lo stesso giorno a Washington Toshimitsu Motegi, titolare del dossier sull’accordo commerciale con gli USA, ed il Rappresentante per il Commercio statunitense Robert Lighthizer si sono incontrati per una nuova due giorni di colloqui incentrata (come tutte le numerose altre) sui dazi sui prodotti agricoli (che gli USA vogliono più bassi per inondare il mercato nipponico) ed alle auto (vale qui il medesimo principio ma per il Giappone).
Gli ultimi dati macroeconomici, nel contempo, mostrano per il periodo gennaio-marzo una crescita annualizzata del 2,2% in gran parte in virtù delle spese in conto capitale del settore non manifatturiero.
Nel medesimo periodo le esportazioni sono calate del 2,4% mentre le importazioni del 4,6 portando il valore netto delle esportazioni ad un +0,4. In calo dello 0,1% i consumi.
In campo ambientale l’esecutivo ha approvato lo scorso martedì un piano che prevede di ridurre a zero, dopo il 2050, le emissioni di gas serra. Il piano, oltre a prevedere un mantenimento del nucleare (“il cui uso va limitato il più possibile” si legge nel rapporto anche se nel medio termine si prevede una crescita di 2 punti percentuali del suo contributo al bilancio energetico nazionale) non smantella nessuna delle centrali termoelettriche dimostrando, nonostante la retorica circa l’incremento nell’uso delle rinnovabili, di essere poco più che aria fritta.
Il Ministero dell’Economia, Industria e Commercio starebbe comunque studiando la possibilità di abolire i sussidi per l’energia solare avviando una competizione sui prezzi tra le diverse aziende.
Sabato scorso, nel contempo, la città di Karuizawa ha ospitato i ministri del G20 con deleghe all’ambiente ed all’energia: “non è facile unire i Paesi del G20 su una sola posizione” ha ammesso in apertura dei lavori il ministro nipponico Seko.
(con informazioni di Japan Press Weekly 05 – 11 giu. 2019; mfa.ir; admin.ch; mof.go.jp; sputniknews.com; xinhuanet.com; irna.ir; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di Mohammad Hassanzadeh (dettaglio) da commons.wikimedia.org
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.