Iniziati male i dieci giorni di vacanza concessi dal governo per celebrare l’intronizzazione di Naruhito. Circa 42.000 viaggiatori sono rimasti fermi per ore lo scorso 28 aprile a causa di un problema di corrente che ha fermato i treni a sospensione magnetica tra Tokyo e Niigata.
Il giorno seguente, martedì
30 aprile 2019, l’Imperatore Akihito ha ufficialmente abdicato chiudendo i
propri 30 anni di regno con un brevissimo discorso di ringraziamento.
“Ringrazio sinceramente il popolo che mi
ha supportato nel mio ruolo di simbolo dello Stato […] Io e l’Imperatrice ci
auguriamo che l’Era Reiwa che inizierà domani sia un’Era di stabilità e
fecondità. Prego con tutto il cuore per la pace e la felicità di tutta la gente
in Giappone e nel mondo” ha affermato l’Imperatore ponendo fine
ufficialmente all’Era Heisei.
Akihito “ha dato un positivo contributo
alle relazioni sino-nipponiche” ha commentato da Pechino il Portavoce degli
Esteri del Repubblica Popolare Cinese Geng Shuang mentre da Washington Donald
Trump ha affermato di “non vedere l’ora
di continuare nella nuova Era la tradizione di parteneriato e cooperazione con
il nostro grande alleato Giappone”.
Messaggi di commiato sono stati inviati anche dal Presidente coreano Moon Jae-in,
dal primo ministro di Singapore Lee Hsien Loong e da numerosi altri capi di
Stato e di governo.
Migliaia di persone hanno festeggiato in tutto l’Arcipelago,
specialmente a Tokyo, la fine dell’Era
Heisei nella notte del 30 aprile (anche se l’Era è ufficialmente terminata
la mattina del 1 maggio) mentre il giorno seguente a Kobe 45 danjiri (dei carri di legno la cui forma
ricorda un tempio) hanno sfilato per le vie della città per salutare la nuova
Era.
Il giorno seguente una sfilata simile si è tenuta, per la prima volta dal 1868,
anche presso il Palazzo Imperiale di Kyoto.
Il primo maggio nella sala Matsu no Ma del Palazzo Imperiale
di Tokyo si è poi svolta la cerimonia di intronizzazione
di Naruhito.
“Mi dedicherò al miglioramento
personale e giuro anche che agirò secondo la Costituzione compiendo le mie
responsabilità come simbolo dello Stato e dell’unità del popolo del Giappone al
quale rivolgo i miei pensieri” ha affermato l’Imperatore nel suo primo
discorso pubblico dopo aver ricevuto dal ciambellano una spada rituale ed altri
gioielli utilizzati nelle occasioni solenni (cui si è dovuto provvedere con una
speciale norma che copra anche l’abdicazione per renderli esenti dalle
imposte).
Un problema è sorto riguardo ai riti di
presa di possesso del trono che essendo legati alla religione shintoista
entrano in contraddizione con la Costituzione che proclama il Giappone come
Stato laico.
La scelta del governo è stata quella di applicare i medesimi riti utilizzati
per l’intronizzazione di Akihito anche se questa volta è stato lo stesso
neoimperatore a porsi il problema.
“Non sono certo se sia appropriato
utilizzare denaro pubblico per realizzare eventi religiosi” aveva
dichiarato Naruhito lo scorso novembre.
Sulla vicenda da decenni pendono cause in tribunale depositate da cristiani e
buddhisti senza che la magistratura di fatto si pronunci in maniera certa sulla
costituzionalità o meno del finanziamento pubblico di alcune cerimonie.
Messaggi di augurio sono arrivati al nuovo simbolo dello Stato nipponico dai
principali leader mondiali e circa 140.000 persone si sono recate lo scorso
sabato nei giardini del Palazzo Imperiale per salutare il nuovo Imperatore alla
sua prima apparizione pubblica.
Un recente sondaggio realizzato dall’agenzia di stampa Kyodo
mostra come l’82% dei rispondenti si senta vicino al nuovo Imperatore ma anche
come il 79,6% di essi sia favorevole alla successione
femminile.
Il tema sarà posto dalla maggioranza già questo autunno stante il fatto che la
nuova coppia imperiale non ha figli maschi (il più probabile erede al trono in
caso di morte o abdicazione di Naruhito sarebbe il fratello minore Akishino).
In politica interna lo scorso fine settimana si è
caratterizzato per due manifestazioni a Tokyo. La prima sul fronte dei diritti
civili ha visto sfilare circa 11.000 attivisti del movimento omosessuale volto a
richiedere diritti in particolare per quanto concerne il matrimonio egualitario. I dimostranti sono stati circa dieci volte
quelli del primo gay pride tenutosi nel 1994.
L’altra ha riguardato la Federazione dei
Sindacati dei Cittadini Birmani del Giappone: la manifestazione, svoltasi
il 27 aprile e realizzata in cooperazione con la confederazione nipponica
Rengo, ha visto la partecipazione di 37.000 lavoratori.
“Anche il Giappone beneficerà di un
miglioramento delle condizioni di lavoro degli stranieri” ha sottolineato
Myint Swe, leader dell’associazione degli immigrati birmani.
Partecipate manifestazioni si sono tenute come ogni anno per
celebrare, il 3 maggio, il Giorno della
Costituzione. Le manifestazioni hanno assunto un netto carattere pacifista da quando la maggioranza conservatrice si è
intestardita in una politica bellicista che ha portato al sostanziale
aggiramento delle rigide politiche anitmilitariste fissate dall’articolo 9
della Carta.
“Non è la Costituzione che va cambiata ma
il governo!” ha affermato nel proprio discorso alla manifestazione di Tokyo
(nella quale hanno sfilato 65.000 persone) il professor Kanako Takayama in
forza all’Università di Kyoto.
Per l’applicazione della Costituzione e dei suoi principi democratici si è
appellato Jinshiro Motoyama, uno dei rappresentanti del movimento pacifista di
Okinawa, nella manifestazione tenutasi il medesimo giorno a Naha.
“Le mie idee non sono cambiate” ha
ribadito Shinzo Abe in un
videomessaggio inviato ad una partecipata assemblea
filomilitarista tenutasi a Tokyo sempre il 3 maggio.
Modificare l’articolo 9 sarebbe “un’espansione
senza limiti del diritto all’autodifesa” per Yuichiro Tamaki del Partito
Democratico per il Popolo mentre per il Presidente del Partito Comunista Kazuo
Shii saranno le elezioni per il rinnovo della Camera dei Consiglieri a dare il
verdetto popolare sulla vicenda.
A Kyoto una
grande novità è stata annunciata dalla Prefettura: la possibilità di poter pagare le imposte locali mediante
applicazioni di telefonia mobile già dal presente anno fiscale.
Prima imposta che sarà possibile pagare con la nuova modalità sarà il bollo
dell’auto.
In politica estera la scorsa domenica il premier Abe ha incontrato l’omologo canadese Justin Trudeau
nell’ultima tappa del lungo tour internazionale che lo ha portato prima in
Europa e quindi negli States.
Con il capo dell’esecutivo di Ottawa Abe ha fatto il punto sull’accordo di libero commercio per l’area del
Pacifico entrato in vigore lo scorso dicembre.
“Questo accordo ha portato benefici
enormi ai cittadini canadesi e giapponesi nonché a tutti i popoli della
regione” ha affermato soddisfatto Trudeau in particolare alla luce del
consistente aumento delle esportazioni di carne bovina canadese verso
l’Arcipelago mentre Abe ha auspicato “la
futura espansione delle esportazioni giapponesi di prodotti ad alta qualità sul
mercato canadese”.
Confronto a distanza
tra la Cina ed il Giappone per l’egemonia globale sullo sviluppo
infrastrutturale.
Se infatti la scorsa settimana si era chiusa per il summit dedicato alla Belt and Road cinese sempre più il Sol
Levante appare intenzionato a non lasciare l’iniziativa su questo fronte ai
rivali della RPC (come dimostrano gli appalti ferroviari conquistati in India
da aziende giapponesi).
Il prossimo giugno i nipponici hanno infatti intenzione di porre il sistema di
regole internazionali sulle infrastrutture al centro del summit G20 di Osaka promuovendo l’apertura
degli Stati ai grandi colossi internazionali del settore eliminando così ogni
tutela alle aziende nazionali.
Il dialogo rimane però aperto al netto della competizione. Proprio per
discutere di infrastrutture si sono incontrati (a margine del 52° incontro dei
titolari dei dicasteri economici dei Paesi ASEAN) lo scorso 2 maggio nelle
isole Fiji i ministri delle Finanze ed i Governatori delle Banche Centrali di
Cina, Giappone e RdC.
Confermato nel comunicato finale dell’incontro la volontà della triplice di “resistere a tutte le forme di
protezionismo”.
“Sono un fermo sostenitore del sistema
multilaterale” aveva affermato in apertura del proprio discorso rivolto ai
ministri economici ed ai Governatori degli istituti di emissione dei 13 Paesi
il Presidente della Banca Asiatica per lo Sviluppo Takehiko Nakao.
In Corea del Sud
gli avvocati che rappresentano i cittadini cui una corte ha stabilito un risarcimento a carico di Nippon Steel per
il lavoro forzato utilizzato durante il secondo conflitto mondiale hanno
ufficialmente richiesto la vendita degli
asset posseduti dalla società in RdC e sotto sequestro ormai da tempo per
ordine della magistratura locale.
In questa causa, soltanto una delle numerose che sono state intentate in questi
anni contro diverse aziende nipponiche, il risarcimento è stato fissato in 400
milioni di won totali che, stante l’indisponibilità della società a liquidare
la somma, hanno condotto al sequestro di 81.000 azioni della joint venture che
Nippon Steel ha messo in piedi con la sudcoreana POSCO.
In un altro caso, quello che riguarda Nachi-Fujikoshi,
le azioni poste sotto sequestro (in questo caso di proprietà di una controllata
locale) sono state pari a 765 milioni di won.
Lo scorso giovedì, frattanto, il Presidente Moon si è augurato un miglioramento
nelle relazioni con il Giappone: “abbiamo
bisogno di una buona relazione ma sfortunatamente a causa della storia
costantemente insorgono problemi che affliggono i nostri legami”.
Alle Nazioni Unite
intervento di un hibakusha, Jiro
Hamasumi, alla terza ed ultima sessione del comitato preparatorio della
prossima conferenza per il Trattato di
Non Proliferazione Nucleare che dovrebbe tenersi il prossimo anno.
“Gli hibakusha – ha affermato
mercoledì scorso Hamasumi, nella pancia della madre al momento del
bombardamento atomico su Hiroshima – la
cui età media è superiore agli 80 anni hanno cercato di creare un mondo
senza armi nucleari nel corso della loro vita di modo che le generazioni future
siano libere dalla paura di vivere un altro inferno sulla terra”.
“Vediamo tendenze che non ci piacciono
come le recenti posizioni di USA e Russia sulla fine del Trattato sulle Forze
Nucleari a Medio Raggio” ha dichiarato Kazumi Matsui, sindaco di Hiroshima
ed anch’egli intervenuto alla riunione.
“Mosca e Washington hanno la responsabilità
di iniziare il dialogo” ha rimarcato anche il sindaco di Nagasaki Tomihisa
Taue.
Al termine della sessione Sueichi Kido, Segretario Generale della
Confederazione Giapponese delle Organizzazioni delle Vittime delle Bombe A e H,
ha consegnato all’Ambasciatore malese Syed Moohamad Hasrin, presidente del
summit, la petizione richiedente
l’abolizione totale delle armi atomiche sulla quale l’organizzazione
nipponica ha raccolto quasi nove milioni e mezzo di firme.
In ambito militare le ultime linee guida approvate dalla Difesa a fine 2018 hanno dovuto
affrontare, come già avviene in molti altri settori produttivi, il problema del
declino della popolazione attuando politiche “labour-saving”.
Al calo del numero di cadetti si
associa, in particolare per la Marina, l’aumento
del numero dei compiti: dalla sorveglianza del naviglio nordcoreano o
sospettato di portare merci in Corea del Nord al controllo dello Stretto di
Miyako o di isole remote come Miyakojima.
Tra le misure adottate negli ultimi anni vi è stata l’impiego sempre maggiore
di pattugliatori (il cui personale oscilla tra i 30 ed i 50 marinai) al posto
dei cacciatorpedinieri (la cui dotazione di uomini è intorno alle 200 unità)
nonché l’installazione a bordo delle navi di sistemi antincendio automatizzati.
Nel 2017 il numero di cadetti nelle Forze di Autodifesa è stato di 7.513
uomini, circa l’80% di quanto previsto dallo Stato Maggiore.
Lo scorso 2 maggio, frattanto, il ministro Iwaya si è recato
in Vietnam per discutere circa le dispute territoriali che quel Paese ha
in piedi con la Repubblica Popolare nel
Mar Cinese Meridionale.
“Il Giappone spera in un rafforzamento
dei legami con il Vietnam nell’Era Reiwa” ha affermato il ministro
incontrando ad Hanoi l’omologo Xuan Lich.
I due ministri, che copresiedono il Meeting dei Tecnici dei Ministeri della
Difesa sulle Operazioni di Peacekeeping dell’ASEAN hanno discusso, in accordo
col memorandum di cooperazione sottoscritto nel 2011, di formazione dei
militari, tecnologie informatiche, medicina militare ed industria bellica.
Sempre per contrastare la presenza cinese nei mari meridionali del Giappone il governo di Tokyo potrebbe dispiegare dai due ai trecento uomini in più nelle isole Senkaku/Diaoyutai e Nansei nonché una nave per il trasporto truppe (ed elicotteri) della classe Osumi.
In economia Toyota ha annunciato che il proprio modello
Lexus NX sarà prodotto per il mercato nordamericano in Canada a partire dal
2022. La mossa è evidentemente favorita dall’integrazione prodotta dal trattato
di libero commercio per il Pacifico.
L’auto, un modello di lusso con motore ibrido, sarà assemblata a Cambridge
(Ontario).
In campo bancario si è definita lo scorso 29 aprile
l’acquisizione da parte di MUFG della Bank Danamon Indonesia con un
investimento totale da parte del colosso bancario nipponico pari a 680 miliardi
di yen (oltre 420 miliardi in più del preventivato).
MUFG passa così a possedere il 94,1% delle azioni nella società indonesiana
della quale deteneva fino alla scorsa settimana un pacchetto azionario pari al
40%.
Lo scorso martedì, frattanto, sono terminate le esenzioni concesse da Donald Trump per quei Paesi (tra
essi il Giappone, la Corea del Sud e l’Italia) che hanno deciso di proseguire
gli acquisti di petrolio iraniano non aderendo alle sanzioni unilaterali
imposte dagli USA al fine di imporre l’isolamento della Repubblica
Islamica.
Pur di mantenersi fedeli al diktat americano le maggiori compagnie nipponiche
hanno riorientato i loro acquisti verso altre nazioni dell’area.
In chiusura in ambito scientifico potrebbe presto essere
avviato un progetto di impianto e
crescita di organi umani all’interno di maiali.
Il progetto di ricerca, il primo di questo tipo in Giappone, potrebbe essere
avviato entro un anno secondo quanto auspicato dal professor Hiromitsu
Nakauchi.
Da superare saranno però i numerosi ostacoli normativi che impediscono nel Sol
Levante l’impianto di cellule staminali umane negli animali.
Sempre in campo scientifico il ministro delegato Masahiko Shibayama ha
annunciato da Washington, città nella quale si trovava per un incontro con
l’amministratore della NASA Jim Bridenstine, che il Sol Levante potrebbe partecipare alla costruzione di una stazione
spaziale orbitante sulla Luna.
Negli stessi giorni il ministro ha fatto il punto con Kelvin Droegemeier,
direttore dell’Ufficio di Scienza e Tecnologia della Casa Bianca, sulla
cooperazione nel settore dell’intelligenza artificiale per contrapporsi “alle attività della Cina e di altre
nazioni”.
Ha frattanto avuto successo, dopo un primo fallimento ed un lancio rinviato, il
primo vettore nipponico sviluppato da
un’azienda privata.
Il 4 maggio Interstellar Technology ha lanciato un razzo MOMO-3 che ha
raggiunto i 113 chilometri di altitudine per poi inabissarsi nell’Oceano
Pacifico.
“Abbiamo dimostrato di poter lanciare un
razzo nello spazio con costi contenuti” ha affermato Takahiro Inagawa,
presidente della società.
L’azienda sta sviluppando (e conta di completarlo entro il 2023) anche un
vettore a due stadi volto a portare in orbita piccoli satelliti.
La possibilità che privati invadano lo spazio con propri velivoli è diventata
ormai estremamente concreta e dovrebbe forse condurre le Nazioni Unite ad
imporre una moratoria a questo tipo di iniziative.
(con informazioni di fmprc.gov.cn; bqp.vn; mof.go.jp; nationalpost.com; mainichi.jp; the-japan-news.com; asahi.com)
Immagine WorldBank (dettaglio) da flickr.com
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.