Il 72,2% (pari a 434.273 elettori) ha votato “no” al trasferimento della base di Ginowan a Nago nel referendum consultivo del 24 febbraio voluto dal Governatore della Prefettura di Okinawa Denny Tamaki. Un risultato che va oltre la stessa maggioranza che ha eletto il liberale a capo dell’ente lo scorso settembre. L’affluenza è stata del 52,8%. I favorevoli alla ricollocazione sono stati il 19,1% mentre l’8,8% degli elettori ha barrato la casella “nessuna opzione”.
“Questa è la prima volta che un’opposizione specifica al piano si è mostrata chiaramente” ha detto soddisfatto Tamaki commentando i risultati.
La ricollocazione della base USA “non sarà più rimandata” ha sostenuto Abe lo scorso lunedì mattina chiudendo ad ogni dialogo con l’amministrazione locale.
“Cercheremo di ridurre l’impatto derivante dall’ospitare basi militari ma senza far rimanere la base di Futenma dov’è” ha rimarcato dal PLD Fumio Kishida.
“Dopo l’elezione del Governatore lo scorso anno, i cittadini di Okinawa hanno di nuovo mostrato chiaramente la loro volontà di opporsi al trasferimento della base ad Henoko. Il governo deve considerare questo risultato. La costruzione forzata della base ignorando il volere dei cittadini di Okinawa non va incontro alla democrazia. Va da sé che la costruzione della base di Henoko dovrebbe essere immediatamente interrotta” ha commentato dall’opposizione il Segretario del Partito Costituzionale Democratico Tetsuro Fukuyama.
“Sia il governo giapponese che quello statunitense dovrebbero prendere sul serio i risultati del referendum. Ad Okinawa i candidati contro la costruzione della base sono stati eletti nelle ultime due elezioni locali. Se anche questa volta sembra si voglia ignorare il risultato una tale risposta andrebbe oltre il problema della costruzione di base diventando una questione di atteggiamento nei confronti della democrazia stessa” ha affermato Kohei Otsuka del Partito Democratico per il Popolo.
“Se il governo Abe ignorerà l’opposizione degli abitanti di Okinawa mostrata nel referendum sarà inevitabile che esso dovrà affrontare crescenti movimenti di resistenza nella Prefettura” ha commentato Saiken Akamine, parlamentare del Partito Comunista nativo del capoluogo Naha.
“Il ritorno del sito che ospita la base USA di Futenma non può essere condizionato alla sua ricollocazione ad Henoko. Chiedo con forza al governo di negoziare con gli Stati Uniti per lo smantellamento senza condizioni di Futenma” ha dichiarato nell’immediatezza del voto il Presidente del PCG Shii.
Il primo marzo il Governatore della Prefettura è volato a Tokyo per presentare ad Abe i risultati del referendum chiedendo che l’opinione dei cittadini di Okinawa sia rispettata. Dal canto suo il premier ha ribadito, con una serie di frasi di circostanza, che l’esecutivo non intende arretrare di un passo sulla costruzione della nuova base.
Sempre in ambito militare il governo ha annunciato che membri delle forze di terra (per adesso soltanto due soldati) delle Forze di Autodifesa parteciperanno nell’operazione di peacekeeping non ONU in Egitto. Ad annunciarlo il Portavoce dell’esecutivo lo scorso 28 febbraio.
È intanto emerso grazie ad un’interrogazione del deputato comunista Keiji Kokuta che nell’ambito del Comitato Congiunto Giappone-Stati Uniti, l’organismo che coordina la presenza militare a stelle e strisce nell’Arcipelago, si è stipulato un accordo segreto riguardante i voli militari USA sui cieli nipponici. L’organismo non rende noti, nemmeno ai rispettivi parlamenti, i verbali delle proprie riunioni. Proprio in uno di questi incontri, il 30 aprile 1975, i due governi concordarono di non rilasciare informazioni sulle quote riservate e sui piani di volo dei velivoli USA impegnati in esercitazioni. Attualmente le aree di esercitazione di questi mezzi sono 20 ad Okinawa e 8 nel resto del Giappone: le quote non sono segnate sulle carte aeronautiche e ciò comporta problemi con i voli commerciali ai quali, di volta in volta, vengono ordinate quote e rotte diverse da quelle dei propri piani di volo.
Sulla, presunta, non cooperazione degli enti locali nelle attività di reclutamento delle Forze di Autodifesa la Federazione dei Sindacati dei Lavoratori Prefettizi e Municipali (Jichiroren) ha protestato ritenendo che costringere gli enti locali a cooperare in attività di reclutamento rappresenti una violazione dell’articolo 9 della Costituzione. La mancanza di collaborazione era stata denunciata da Abe ed addotta come uno dei motivi per cambiare l’articolo che assicura il carattere pacifista del Giappone. Il 21 febbraio a Kyoto una petizione con 3.500 firme era stata indirizzata al comune: i firmatari chiedevano di non fornire ai reclutatori delle FA i nomi e gli indirizzi di 28.000 cittadini maggiorenni.
In politica interna una commissione d’indagine con membri
esterni al Ministero del Lavoro ha
concluso i propri lavori affermando che il dicastero, in quanto entità, non ha
responsabilità nelle statistiche
truccate: tema sul quale maggioranza e opposizione battagliano da
settimane. La commissione, tuttavia, non è riuscita ad accertare se alcuni
dirigenti abbiano intenzionalmente svolto attività di insabbiamento.
“Non abbiamo detto che i funzionari del
ministero siano completamente candidi. In realtà c’è molto grigio” ha
precisato il capo della commissione Yoshio Higuchi riferendo in parlamento sul
lavoro d’indagine svolto.
I dirigenti del Ministero “hanno mentito
ma non c’è stato insabbiamento: credo questa affermazione possa vincere il
premio battuta dell’anno” ha commentato Kazuhiro Haraguchi del Partito
Democratico per il Popolo.
Se vi è stato del “grigio” ciò significa che “c’è stato un possibile insabbiamento” ha affermato Hiroshi Oguchi
del Partito Costituzionale Democratico.
Lo scorso primo marzo, frattanto, sei partiti dell’opposizione hanno presentato
una mozione di sfiducia contro il ministro del Lavoro Takumi Nemoto: la mozione
è stata bocciata in Camera dei Rappresentanti con i voti contrari di PLD e
Nuovo Komeito.
La Camera dei Rappresentanti, frattanto, ha approvato lo scorso sabato il bilancio di previsione per il prossimo anno fiscale. Il bilancio segna un nuovo record nelle spese: 101.460 miliardi di yen. Nel bilancio sono previste alcune somme per risarcire quanti hanno visto decurtata la propria indennità di disoccupazione a causa delle statistiche truccate.
Sul welfare una richiesta di abbassamento dei premi delle assicurazioni sanitarie come unica via per
ridurre il numero di coloro che non riescono a pagarli è stata proposta dal
deputato comunista Akira Kasai in sede di Commissione Bilancio della Camera
bassa.
L’esponente comunista ha ricordato come sia cresciuto il numero di persone non
più in grado di pagare i premi assicurativi e che dal 2005, quando il Ministero
della Salute diede istruzioni ai comuni di occuparsi della vicenda, il numero
delle famiglie con rischio di sequestro di beni è arrivato a 336.000.
Per Kasai va rispettato il principio, previsto dalla Legge sulle Entrate
Fiscali, che stabilisce il non sequestro di beni nel caso ciò possa condurre ad
uno stato di povertà per il debitore.
Sempre in ambito welfare lo scorso 25 febbraio sono usciti i
risultati dell’indagine annuale condotta dalla Federazione Nazionale della
Associazioni Cooperative Universitarie sulle condizioni economiche degli studenti. La ricerca ha mostrato come
le entrate mensili degli studenti che vivono con i genitori ammontino in media
a 67.750 yen e di queste quelle da lavoro a tempo parziale siano ben 40.920 yen
(+3.000 yen rispetto allo scorso anno). Questo ultimo dato è in crescita da sette
anni.
Per quanto concerne gli studenti che vivono da soli la media delle entrate
mensili è di 127.280 yen e di questi 31.670 provengono da attività lavorative
(+2.900 rispetto allo scorso anno) mentre il denaro ricevuto dai genitori è
ammontato a 71.500 yen (-1.480 yen rispetto allo scorso anno).
Il Partito Costituzionale Democratico ha, frattanto, presentato una serie di disegni di legge in ambito sociale (tutti bloccati nelle rispettive commissioni dalla maggioranza) volti ad aumentare il salario degli infermieri ed il loro numero in rapporto ai pazienti; per il sostegno delle vittime di violenza sessuale ed in ultimo per l’abolizione della legge sui casinò.
In politica estera il Giappone ha comunicato agli Stati
Uniti di voler continuare a mantenere le
sanzioni verso la Corea del Nord nel prossimo futuro nonostante il clima di
distensione portato dagli incontri Kim-Trump del 27-28 febbraio in Vietnam.
Il Portavoce dell’esecutivo Suga si è augurato che nel corso dei colloqui sia
posto il tema dei cittadini giapponesi rapiti da personale della Corea del Nord
tra gli anni ’70 ed ’80.
“Ho fiducia nel fatto che il Presidente
Trump porterà nella discussione i miei punti di vista sulle questioni del
nucleare e dei cittadini rapiti” ha affermato anche il premier intervenendo
in parlamento lo scorso 28 febbraio.
Al termine degli incontri il Presidente USA ha avuto colloqui telefonici con
Shinzo Abe e Moon Jae-in nei quali ha ribadito la propria volontà a continuare
il confronto con Kim Jong Un nonostante il dialogo in Vietnam abbia segnato uno
stallo sul fronte della denuclearizzazione della Penisola coreana.
Nei confronti dell’altra Corea, quella del Sud, il Portavoce del governo Yoshihide Suga ha criticato la ministra degli Esteri di Seul Kang per le dichiarazioni rese in sede ONU sulla vicenda delle comfort women dichiarando che la vicenda si è risolta “del tutto ed in maniera irreversibile” con l’accordo del 2015 che istituì una fondazione bilaterale poi sciolta dalla nuova presidenza Moon.
Nei rapporti con i Paesi ASEAN il governo nipponico ha licenziato, lo scorso martedì, un
piano per la revisione dell’accordo
commerciale attualmente in piedi in direzione di un aumento della
liberalizzazione del settore dei servizi e degli investimenti: la mossa si
colloca anche nella fase di stallo dei negoziati per il trattato RCEP al quale
oltre alle nazioni ASEAN ed al Giappone partecipano India e Cina. Il Sol
Levante dovrebbe completare le procedure parlamentari di approvazione di
revisione dell’accordo questo autunno.
Nel 2018 il rapporto economico tra il Sol Levante ed il blocco ASEAN ha superato
i 12.000 miliardi di yen.
Nuova tensione con la Russia dopo che lo scorso martedì Sergej Ivanov, rappresentante speciale per la protezione ambientale ed i trasporti del Presidente Putin, e Konstantin Noskov, ministro per le Comunicazioni, hanno effettuato una visita nell’isola di Shikotan in occasione della posa di un cavo di fibra ottica che la collegherà con Sachalin. Una protesta è stata inviata dall’ambasciata nipponica a Mosca.
Sull’immigrazione Sony e Fujitsu hanno sviluppato un sistema basato sulla crittografia per impedire la falsificazione di certificati di lingua giapponese utilizzati in ambito asiatico per l’ottenimento del visto per studi nel Sol Levante. Il meccanismo sarà testato a partire da questo mese alla Human Academy, società che opera con proprie scuole di lingue a Tokyo, Osaka e Saga.
In economia Kura Corporation, azienda operante nel settore della ristorazione, dal primo di marzo ha deciso di offrire ai propri clienti hamburger di pesce prodotti con le parti non adatte ad essere servite come sushi (circa il 20% della parte edibile di un pesce). La mossa è volta a ridurre gli sprechi di cibo. Il panino costa 270 yen e la società stima di venderne un milione al mese.
Sempre in campo alimentare come era ampiamente prevedibile
le importazioni di carne bovina sono
cresciute lo scorso mese di gennaio del 57% rispetto allo stesso mese del 2018
in conseguenze dell’abbattimento dei dazi doganali previsto nel trattato di
libero commercio per l’area del Pacifico (CPTPP).
I dazi sulla carne bovina sono passati per i Paesi sottoscrittori dell’accordo
(tra essi Australia, Canada, Nuova Zelanda e Messico sono tra quelli nei quali
l’allevamento bovino rappresenta un importante settore economico) dal 38,5% al
27,5% ed essi scenderanno ulteriormente al 9% per il 2033.
Per quanto concerne il dialogo commerciale con gli Stati Uniti il
Rappresentante per il Commercio del Paese nordamericano Robert Lighthizer ha
dichiarato lo scorso mercoledì in parlamento che i colloqui con il Sol Levante
volti ad un accordo bilaterale potrebbero ripartire in marzo.
“Sia io che Lighthizer vogliamo
riprendere i colloqui il più presto possibile” ha commentato da Tokyo il
ministro incaricato Toshimitsu Motegi.
Nel settore web l’antitrust nipponica ha avviato lo scorso
mercoledì una ricerca volta ad accertare
le transazioni che coinvolgono alcuni giganti della rette come Apple, Amazon e
Google al fine di accertare se essi abusino della loro posizione dominante.
L’ente convocherà i dirigenti delle realtà oggetto dell’esame ed invierà
questionari ai fornitori locali.
“Ci sono state accuse che le transazioni
siano opache e che ci siano stati vari svantaggi per i venditori. Occorre
comprendere rapidamente quale sia la situazione attuale” ha detto Akinori
Yamada, Segretario Generale dell’organismo.
Una procedura sarà anche aperta nei confronti della filiale nipponica di Amazon,
la quale dovrebbe lanciare prossimamente una concessione di punti ai propri
utenti per ogni acquisto effettuato sulla piattaforma, scaricando il costo dell’operazione
sui venditori.
Frattanto sono giunte sul tavolo del dicastero le domande delle aziende per l’acquisto della concessione per le frequenze del 5G. Ad inoltrare le domande sono state le società telefoniche NTT, SoftBank e KDDI e l’operatore di commercio elettronico Rakuten.
Nel turismo il numero di notti passate da visitatori stranieri nel Sol Levante lo scorso anno hanno raggiunto la cifra record di 88.590.000. Il dato, diffuso dall’Agenzia per il Turismo lo scorso giovedì, rappresenta un +11,2% rispetto al 2017. Prima nazione per numero di notti spese nell’Arcipelago è la Cina (20.940.000 pari al 26,5%) seguita da Taiwan (11.470.000 e cioè il 14,5%) e dalla Corea del Sud (11.260.000 pari al 14,2%).
Nell’auto maxi-richiamo per Subaru: la società dovrà infatti operare su 2,3 milioni di veicoli a livello mondiale per problemi connessi alla rottura delle luci dei fari. Per l’azienda si tratta del più grande richiamo di sempre.
Negli Stati Uniti l’Ufficio del Controllore della Valuta ha
ammonito Mitsubishi UFJ Financial Group,
la maggiore delle banche nipponiche, ad attuare efficaci misure per la prevenzione del riciclaggio di denaro. L’ente
statunitense ha infatti affermato di aver riscontrato violazioni delle norme
sul riciclaggio in diversi sedi della MUFG Bank. Di “notevoli investimenti” per migliorare ha parlato il portavoce
della società Daniel Weidman il quale ha però sottolineato che l’ente non ha
identificato specifiche transazioni illegali.
Il gruppo era già stato sanzionato per centinaia di milioni di dollari quando
esso aveva la licenza presso lo Stato di New York (dal 2017 ha invece una
licenza federale).
Sul nucleare proseguono gli enormi problemi connessi al riciclaggio dei suoli contaminati di
Fukushima. I suoli superficiali rimossi, che inizialmente era stato
previsto venissero immagazzinati fuori dal territorio della Prefettura, si
stima ammonteranno a 14 milioni di metri cubi per l’anno 2021. L’esecutivo ha
proposto a diversi enti locali il riutilizzo dei suoli con meno di 8.000
becquerel di radiazioni in lavori di costruzione. Attualmente tutto il
materiale rimosso (2,35 milioni di metri cubi) si trova in siti intermedi
all’interno della Prefettura in attesa che entro il 2045 esso venga spostato in
un sito definitivo non ancora individuato.
Diversi esperti però non concordano con l’idea di un ulteriore movimentazione
della terra, impresa ardua da un punto di vista logistico, suggerendo che il
materiale meno contaminato possa essere subito impiegato per il consolidamento
di strade ed argini.
Secondo una stima, ottimistica, dello scorso dicembre oltre il 99% dei suoli
sono riutilizzabili o lo saranno dopo trattamenti volti ad abbatterne il
livello di radiazioni mentre soltanto lo 0,2% andrà stoccato in un deposito
definitivo.
Ad Iwate, una
delle Prefetture più colpite dallo tsunami del 2011, lo scorso 19 febbraio il
Capo della Segreteria comunista Akira Koike ha incontrato il Governatore Takuya
Tasso per fare il punto sulla ricostruzione. Attualmente ancora 2.800 cittadini
della Prefettura vivono in case temporanee.
A suscitare preoccupazione nell’amministratore locale il fatto che il supporto economico alla Prefettura terminerà
nell’anno fiscale 2021.
“Gli sforzi verso la ricostruzione hanno
fatto progressi tuttavia ci sono ancora importanti progetti che necessitano di
essere continuati come quelli che riguardano la rivitalizzazione delle piccole
imprese ed i servizi di cura odontoiatrica per i residenti. Non possiamo abbandonare
questi progetti anche se il governo ha fissato un termine di dieci anni
all’assistenza” ha affermato il Governatore.
In campo ambientale il ministro Yoshiaki Harada ha annunciato, lo scorso 26 febbraio, che il Sol Levante proibirà l’esportazione di plastiche non riciclabili. Il governo prevede di modificare le normative il prossimo autunno. Il Giappone ha esportato nel 2017 1,5 milioni di tonnellate di plastica verso altre nazioni asiatiche.
In chiusura la Commissione di Ricerca sui Terremoti ha reso
noto lo scorso martedì che vi è un’alta
possibilità che un sisma di magnitudo da 7 a 8 possa colpire il Sol Levante nei
prossimi 30 anni in conseguenza dello scivolamento della placca del
Giappone a nord-est.
La Commissione ha aumentato le probabilità (dal 10 al 50%) che un terremoto di
magnitudo da 7 a 7,5 colpisca la Prefettura di Fukushima mentre ha portato da 0
al 20% la possibilità che un sisma 7.9 colpisca Miyagi (invece la possibilità
di un sisma 7,4 è stata portata da 0 al 50%). Ad Aomori ed Iwate la probabilità
che un sisma 7,9 avvenga in mare è stata portata dal 5 al 30%.
“Non vogliamo che la gente pensi che un
altro grande terremoto non possa avvenire soltanto perché ne è occorso uno di
recente” ha affermato il Presidente dell’organismo Naoshi Hirata.
(con informazioni di Japan Press Weekly 20 – 26 febb. 2019; occ.treas.gov; mofa.go.jp; tass.com; cdp-japan.jp; dpfp.or.jp; mainichi.jp;asahi.com)
Immagine di Okinawa Soba liberamente ripresa da flickr.com
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.